"L'Ilva è strategica a condizione che sia una fabbrica che non uccida le persone, altrimenti va chiusa" è questa la “sentenza” dell’Emiliano presidente della Regione Puglia. La presa di posizione, però, alimenta la “guerra” all’interno del Pd. Emiliano contro Renzi, uno scontro aperto all’ultimo sangue sul ring dello stabilimento Ilva di Taranto. Il governatore di Puglia, ha chiesto al premier la decarbonizzazione dell’Ilva nel rispetto del protocollo di Kyoto e degli accordi di Parigi della scorsa estate. Renzi? Non pervenuto. Nessuna risposta da Palazzo Chigi. “La Puglia è stanca di produrre energia per il resto del paese e di avere in cambio dati sui tumori.” E’ necessario il processo di decarbonizzazione". Perché “per adempiere a indirizzi obbligatori, è possibile utilizzare anche fondi pubblici". Una posizione certa: “Siamo obbligati a farlo” ribadisce Emiliano. Perché evidenziarlo solo ora? Probabilmente alla base c’è la volontà (politica) di continuare il lavoro ai fianchi del capo del governo italiano. L’Ilva, da colosso siderurgico che produce più tumori che tubi d’acciaio, diventa, quindi, causa di una “guerra ideologica” all’interno dello stesso partito, il Pd.
"L'alternativa alla decarbonizzazione, per l'Ilva, è la chiusura". Lo ha detto nell'aula del Consiglio regionale Michele Emiliano, rispondendo ad una interrogazione sul sistema di allerta 'wind-days' (le giornate in cui il vento soffia verso la città e con lui gli agenti inquinanti). “Il governo – ha ribadito Emiliano - vuole vendere Ilva e mi pare giusto ricordare ai potenziali acquirenti che una volta acquisita la devono decarbonizzare perchè non consentiremo, quando torneremo in una condizione normativamente normale, di tenere fuori questa vicenda. Sorveglieremo il processo di acquisizione dell'Ilva affinché siano considerate le nostre giuste aspettative perché l'alternativa è la chiusura.” Ma una volta acquistata, e quindi privatizzata, è possibile chiuderla? Con le dichiarazioni del governatore cambiano, quindi, le condizioni di vendita. Ma l’ex magistrato si rivolge anche ai parlamentari pugliesi, ribadendo il concetto che devono sollecitare il premier.
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