“Un vecchio gioco simile ai film western dove si spara sul pianista. Ma stavolta il pianista ha il panciotto antiproiettile”. Michele Emiliano trasforma la battaglia in corso sul riordino della sanità pugliese in uno “spaghetti western” rispondendo alle opposizioni che insorgono sulla chiusura di diverse sedi ospedaliere pugliesi. Una frase da film alla vigilia della Commissione sanità che si riunirà oggi per valutare i criteri su cui si baserà il piano. Secondo fonti di stampa, il governatore porterà i dati elaborati dagli uffici secondo i quali “nessuno dei 31 ospedali della rete pubblica oggi rispetta il deficit massimo del 10 per cento tra spese e ricavi, motivo per cui la Regione vuole attivare tutti i piani di rientro già dal 2016 nonostante l’obbligo di legge parta dal prossimo anno. In tutto questo, il tetto massimo del costo del personale è pari a un miliardo e 961 milioni (al netto degli oneri per i rinnovi contrattuali), senza i 265 milioni in più che le spetterebbero all’uscita del piano operativo.”
Per Emiliano, quindi, la grana politica e sociale ora si chiama taglio agli ospedali. Comporterà sacrifici, come detto, da “lacrime e sangue” per i pugliesi. Il presidente ha dichiarato di voler spiegare “sindaco per sindaco, luogo per luogo, ciò che la legge di stabilità ci obbliga a fare: farò il mio dovere punto e basta”. Ma la Puglia è lunga e frastornata dal protagonismo politico diffuso che rischia di innescare l’ennesima guerra tra poveri. Il temine per la presentazione e l’approvazione del Piano di riordino è fine mese. Ma al decisionismo dell’ex magistrato potrebbero seguire ulteriori scosse politiche in una maggioranza già alle prese con mille emergenze.
La risposta, però di Emiliano alle opposizioni è che “sanno perfettamente che il Piano di riordino è scritto nella legge di Stabilità e nel decreto ministeriale 70. Che saremo costretti a fare sacrifici durissimi e che dovremo annunciare la chiusura di molti ospedali, perchè dovremo riutilizzare il personale che non possiamo aumentare in modo esagerato se non con deroghe specificamente autorizzate dal ministero”. Quattrocentoquattro milioni di euro di fondi Fesr saranno stanziati per la sanità territoriale.
Nonostante la cifra da capogiro che sembrerebbe bastare per l’intera Puglia è previsto “molto attrito” col centrodestra, come ammette lo stesso Emiliano.
Oggi, tra le proposte, ci saranno non solo la chiusura di alcune sedi ospedaliere, ma anche progetti per i nuovi nosocomi (uno ad Andria e uno nel Salento, località ancora da individuare). C’è un grande interrogativo che, però, pende su queste nuove proposte: quali saranno le risorse finanziarie? Dal piano di investimenti emerge che “Un posto letto pubblico costa 118mila euro l’anno, 143mila in media per uno privato: è necessario fare in modo che il nostro sistema sanitario sposti il baricentro fuori dall’ospedale”.
Emiliano però, specializzatosi nel ruolo di “bastian contrario” nel Pd, potrebbe cercare paradossalmente sostegno proprio nelle opposizioni sottolineando che “con la maggioranza ho il compito di spiegare ai cittadini il perchè delle cose che avvengono”.
Così il governatore si è ritagliato il ruolo del “pianista con la corazza” nel Saloon, ma per la sanità pugliese sarà davvero un “mezzogiorno di fuoco”.
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