Endurance, ritrovata la nave dell'eroico capitano Shackleton

Incredibile scoperta nel mare di Weddell: rinvenuto, dopo 107 anni, il relitto dell'Endurance. La nave fu protagonista dell'impresa dell'espoloratore Ernest Shackleton, che salvò in modo eroico l'equipaggio dopo il naufragio

Endurance, ritrovata la nave dell'eroico capitano Shackleton

"Un forte vento spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti, imprigionando per sempre la nave dell'audace capitano Shackleton...". L'avventura ricostuita e cantata da Franco Battiato in una delle sue più suggestive canzoni, oggi, ha un finale inaspettato. Quasi romanzesco, così come lo furono le imprese realmente accadute oltre un secolo fa nelle acque più gelide del pianeta, a Est dell’Antartide. Ora, a 3000 metri di profondità nel Mare di Weddell, è stato infatti ritrovato il relitto dell'Endurance, quella leggendaria nave guidata proprio dell'esploratore britannico Ernest Shackleton. L'imbarcazione affondò nel 1915 dopo essere stata schiacciata dai ghiacci e il suo equipaggio riuscì a salvarsi dopo una incredibile epopea.

107 anni dopo, le acque inospitali di quelle latitudini hanno svelato ai ricercatori la carcassa (peraltro ancora ben conservata) della nave, considerata ai tempi tra le più resistenti e avanzate del suo genere. La spedizione Endurance22, organizzata dal Falklands Maritime Heritage Trust, è riuscita identificare e filmare i resti incredibilmente intatti dell'imbarcazione che aveva ispirato i sogni (e gli incubi) di moltissimi successivi avventurieri. Le immagini catturate dai droni sottomarini consentono di vedere persino alcuni dettagli del "battello" del capitano Shackleton. La tre alberi, lunga 44 metri, è rimasta in gran parte inalterata: si possono persino scorgere la vernice e contare i rivetti. Sono stati constatati solo alcuni danni al ponte di prua e a dritta, mentre a poppa è perfettamente leggibile il nome del nave. Il direttore della spedizione, Mensun Bound, ha spiegato che tale conservazione è stata garantita dall'assenza di organismi che si nutrono del legno e dalle temperature gelide.

"Senza esagerare, questo è il relitto ligneo meglio conservato che abbia mai visto", ha aggiunto Bound. La leggendaria impresa dell'imbarcazione iniziò il primo agosto del 1914, quando 28 uomini capitanati da Sir Ernest Shackleton salparono da Londra alla volta dell'Antartide. Lo scopo della spedizione era attraversare via terra il continente antartico da est a ovest. Ma a sole ottanta miglia dal Polo, l’Endurance rimase schiacciata tra i ghiacci, dove rimase per alcuni mesi prima di sprofondare il 21 novembre del 1915. Shackleton organizzò un viaggio disperato con tre scialuppe, ma l'isola raggiunta dopo molte traversie, la Elephant, era disabitata. L'equipaggio dovette fare i conti con le temperature rigidissime e con l'assenza di provviste.

Shackleton, con soli altri cinque compagni, salpò nuovamente con una scialuppa nel tentativo di raggiungere una base baleniera situata nella Georgia del Sud e procurare i soccorsi. Il comandante britannico organizzò una spedizione di salvataggio che, solo molti mesi dopo a causa del mare ghiacciato, riuscì a recuperare tutto l'equipaggio indenne.

L'esploratore divenne un eroe nazionale e un mito per altri avventurieri, tanto che gli è stato intitolato un cratere sulla Luna.

Nessuno, sinora, era riuscito a localizzare il relitto, che giaceva sui fondali assieme alla sua incredibile storia. Il ritrovamento ha dunque una portata storica.

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