Eredita un miliardo in lire: per colpa di Monti è solo carta straccia

Ritrova il tesoretto del padre in una cassetta di sicurezza a Ginevra. Ma il decreto di Monti ha infranto i suoi sogni

Eredita un miliardo in lire: per colpa di Monti è solo carta straccia

Un miliardo e duecento milioni di lire. In banconte da cinquecentomila lire. Ritrovate in banca, una cassetta di sicurezza dimenticata alla Ubs di Ginevra. È l'eredità di papà Francesco, al secolo muratore specializzato poi proprietario di una piccola impresa, per la figlia Gloria. Un'eredità che, per colpa dell'ex premier Mario Monti, non è nient'altro che carta straccia. Perché tutti quei soldi, la giovane Gloria Sabbatini non potrà convertirli in euro. Può benissimo gettarli al vento. Non se ne farà nulla. "Mi sono già rivolta alla fondazione nazionale consumatori - racconta la ragazza bresciana - che mi ha informata che il Tribunale di Milano ha sollevato una questione di legittimità costituzionale del decreto. Sono fiduciosa...".

Gloria Sabbatini non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima. In giro per l'Italia e per il mondo c'è ancora una paccata di care, vecchie lire non convertite in euro. Eppure per colpa di un decreto firmato da Monti chiunque le trovi non potrà fare altro che seguire l'esempio di Gloria. Il decreto ha, infatti, fissato il termine ultimo per cambiare le lire in euro al 2011. Da allora non sono più ammessi cambi. Immaginabile lo stupore quando Gloria ha scoperto che quel miliardo e duecento milioni che il papà le aveva lasciato non è altro che carta straccia. "La prima reazione è stata l'amarezza - spiega - mio papà non ha mai fatto cenno né a me né a mia madre dell'esistenza di questi soldi". L'eredità era, infatti, nascosta in una cassetta di sicurezza lasciata in custodia in una filiale della Ubs, a Ginevra. L'occasione per la ragazza per cambiare vita. "Mio padre non ci ha mai fatto cambiare niente - continua Gloria - ma trovare un miliardo e duecento milioni di lire in banconote da 500mila lire è un'altra cosa".

Per avere quello che le spetterebbe per diritto si è, quindi, rivolta alla fondazione nazionale dei consumatori. Che le ha dato una speranza. "Mi hanno informata che il Tribunale di Milano ha sollevato una questione di legittimità costituzionale sul decreto - conclude - sono fiduciosa...".

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