Tra dieci giorni, a scanso di clamorosi ripensamenti da parte del governo, si tornerà sui banchi di scuola. I dubbi e i timori per la ripartenza sono tanti visto che - a detta di molti presidi, docenti, alunni e genitori - il ministro Lucia Azzolina non è stato in grado di fornire delle linee guide chiare per consentire la didattica in presenza con tutte le condizioni di sicurezza del caso. Adesso il Comitato tecnico-scientifico ha frenato sull'ipotesi di utilizzare anche negli istituti i test rapidi, che rilevano la presenza del Coronavirus mediante le proteine virali (antigene) senza richiedere passaggi in laboratorio.
Il ministro della Salute Roberto Speranza e la titolare del dicastero di Viale Trastevere, per prevenire la formazione di contagi e focolai nelle scuole, sarebbero favorevoli alla possibilità di arrivare a uno screening di docenti, personale e studenti molto più veloce. Tuttavia gli esperti hanno espresso la propria posizione contraria. Nello specifico, Sergio Iavicoli sostiene che "il tampone rimane il test di riferimento per la valutazione e la gestione dei casi sintomatici e sospetti di contagio da Coronavirus". "I test rapidi non sono ad oggi un’alternativa", ha dichiarato il direttore del dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale dell'Inail all'Huffington Post.
Tampone e quarantena
Il piano dell'esecutivo sarebbe quello di ricorrere ai test rapidi per evitare di paralizzare un'intera classe; si procederebbe al tampone tradizionale solamente se si dovesse riscontrare una positività al test rapido. Ma dal Cts continuano a sottolineare l'attendibilità rispetto al tampone nasofaringeo che rileva l'Rna del virus, richiamando al protocollo di sicurezza stilato dall'Istituto superiore di sanità con il Ministero della Salute, dell'Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna e approvato la scorsa settimana in Conferenza Unificata Stato-Regioni.
I test rapidi possono fornire una risposta anche prima di 30 minuti; la loro sensibilità arriva alla soglia dell'85% (ciò significa che su 100 persone positive, 15 non vengono intercettate). Un dato piuttosto rilevante considerati il contesto scolastico e la relativa rapida diffusione del contagio. Ma quali sono le misure di contenimento da adottare nel caso in cui si dovessero registrare dei contagi all'interno di una scuola? Secondo i tecnici tampone e quarantena, proprio come precisato nel protocollo. Le indicazioni operative di riferimento per la gestione dei casi sviluppati restano quelle approvate in Conferenza Stato-Regioni.
"Tuttavia, come anche ipotizzato nel rapporto Iss, la rapida evoluzione dei test rapidi offre prospettive per il loro utilizzo quando miglioreranno la sensibilità", ha concluso l'esponente di rilievo del Comitato tecnico-scientifico Sergio Iavicoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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