Dovevano essere 160mila posti ma invece sono solo 1.375. Gli stati dell'Unione scaricano i migranti a Italia e Grecia in barba alle decisioni degli organi europei. Dai dati della Commissione europea si scopre che i paesi che dovevano farsi carico del piano di redistribuzione dei migranti in realtà non l'hanno fatto. Finora infatti sono stati messi a disposizione poco più che un migliaio di posti, in pratica un decimo di quanto prevedeva la disposizione europea.
Il piano prevedeva di ricollocare nei prossimi 2 anni 160mila migranti in tutta Europa alleggerendo la pressione migratoria su Italia e Grecia che dovevano veder partire rispettivamente 39mila e 66mila profughi. Il paradosso è che gli stati più "accoglienti" sono quelli che devono accogliere un numero minore di persone. In testa ci sono la Svezia, con 300 posti offerti su 3.728 concordati, la Romania (300 su 4.180), la Finlandia (200 su 2.030) e Malta che ha già raggiunto la quota che le spettava.
Molto male i paesi più grandi. La Spagna ha predisposto solo 50 posti su 9.323, la Francia 40 su 19.714 ma soprattutto la Germania che, nonostante la campagna per i profughi siriani fatta dalla cancelliera Angela Merkel, ha dato disponibilità per soli 10 posti a fronte di 27.536. Ma c'è chi è riuscito a fare di peggio. Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia e Slovenia non hanno ancora dato la loro disponibilità ad accogliere un solo profugo.
Ovviamente questa "lentezza" nell'accogliere i migranti ha riflessi anche sulle partenza.
Per il momento da settembre, da quando è stato votato il piano, sono partite solo 86 persone sulle 39.600 previste. Chi è rimasto a bocca asciutta è la Grecia. Nessuno dei 66mila che dovevano partire ha lasciato ancora il paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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