Anarchico dinamitardo tradito così dal sudore: ecco le bombe piazzate

A tradire l'uomo le tracce di sudore lasciate e ritrovate su un plico esplosivo. Tutte le bombe presentavano le stesse caratteristiche e venivano spedite alle aziende che collaboravano con i centri di accoglienza dei migranti

Anarchico dinamitardo tradito così dal sudore: ecco le bombe piazzate

Avrebbe fabbricato un plico esplosivo e lo avrebbe spedito a Ladisa Ristorazioni l'8 marzo 2016, all'indirizzo della sede della società Igeam a Roma. Ma non solo: è sospettato anche di averne fabbricato e recapitato un altro alla Crea di Ravenna, un'azienda specializzata in sicurezza industriale. Entrambi gli ordigni presentavano le stesse caratteristiche. Tutte e due le aziende hanno una cosa in comune: erano nel mirino degli anarchici perché collaborano con i centri di detenzione temporanea per i migranti. Così, secondo quanto riportato da Repubblica, Giuseppe Sciacca, militante anarchico veronese di 40 anni (ma di origini calabresi), è stato fermato dalla Digos di Torino.

Cosa ha tradito Sciacca

A tradire l'anarchico sarebbero state le tracce di sudore da cui la polizia scientifica è riuscita a risalire al suo dna. Sono state ritrovate, infatti, sul fianco di una batteria a 9 volt e il plico sarebbe esploso con l'apertura della busta. L'innesco era stato creato utilizzando una lampadina alogena con bulbo di vetro rotto, collegata a una carica esplosiva, con 22 grammi di polvere pirotecnica. La perquisizione (che ha incriminato Sciacca) è avvenuta nel casolare di Cerro Veronese, dove vive con la compagna (risultata estranea all'indagine), e ha portato al ritrovamento di due striscioni appesi sui muri. Sopra c'era scritto: "Fuoco alle galere" e "Accomunati da cattive passioni contro la repressione, ai ferri corti con l'esistente".

Il ruolo dell'anarchico

A Sciacca, la Digos avrebbe attribuito il ruolo di esperto confezionatore di bombe, tutte realizzate allo stesso modo. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, il 40enne anarchico era a Torino quando venne recapitato il pacco bomba al sindaco del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, il primo aprile scorso. Sempre quest'anno, a marzo, era stato denunciato perché era stato individuato tra il gruppo di violenti che manifestava contro lo sgombero dell'ex Asilo occupato, intercettato in via Aosta e trovato poi in possesso di un arsenale.

Chi è il "bombarolo"

In base alle ricostruzioni fornite dagli investigatori, Sciacca era già noto alle forze dell'ordine, oltre che per i fatti legati allo stabile occupato. Era stato condannato, infatti, per il lancio di due ordigni esplosivi contro il comando di polizia municipale di Parma, il 20 ottobre del 2008.

Gli agenti lo considerano un elemento di "spicco" dell'anarco-insurrezionalismo italiano e il suo arresto costituisce il corollario dell'operazione "Scintilla", che aveva portato a misure cautelari nei confronti di sei anarchici per 21 attentati (15 plichi esplosivi inviati a società impegnate nel supporto alla gestione dei centri per il rimpatrio e sei con ordigni posizionati davanti ai bancomat delle poste a Torino, Bologna e Genova).

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