Oggi Fabrizio Corona ha rilasciato in aula le sue ultime dichiarazioni spontanee nel processo in cui è imputato per intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali.
Nell'aula del Tribunale di Milano per sostenerlo c'era sua mamma e la fidanzata Silvia Provvedi. Fabrizio Corona, in un passaggio delle sue dichiarazioni e in una lettera che ha consegnato al presidente del collegio Guido Salvini, ha citato la fidanzata che è subito scoppiata a piangere. "Fuori sono rimaste mia madre, che si sta occupando di mio figlio e ormai sta diventando vecchia - ha detto l'ex agente dei vip prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio per decidere l'epilogo del processo in cui è imputato - e la mia fidanzata che è molto giovane ma è unica e speciale, e quello che ha fatto per me non l'avrebbe fatto nessuna donna. Ho questa piccola famiglia, mi aspetta ed è l'unica cosa che voglio, i soldi non mi interessano, potete anche tenerveli. Datemi ciò che è giusto e fatemi riprendere il percorso da dove lo avevo interrotto".
Nella missiva Fabrizio ringrazia i giudici "per aver sopportato le intemperanze e avere prestato attenzione a ogni minimo particolare e avermi dato la possibilità di difendermi". Nella lettera, Fabrizio Corona, cita anche un brano di Platone, "Datemi quello che è giusto, non ci sono prove oggettive" e alla fine fa una promessa: "Qualsiasi decisione prenderete, non dirà una parola".
Fabrizio Corona scrive anche di essere stanco, "non penso di essere più forte come prima e ho paura, non per me ma per mio figlio, che dal giorno del mio arresto a casa di mia madre in un modo così assurdo non è più quello di prima". E ancora: "Sono sempre stato un casinista, sono forse un matto, ma non sono un criminale e soprattutto non sono e non sarò mai un mafioso. Mio figlio Carlos di 14 anni è venuto a trovarmi in carcere e mi ha detto: 'Non può esistere una società basata sul libero arbitrio, cerca di essere fiducioso e soprattutto ricorda che il perdono è meglio di una preghiera'".
Dopo queste parole, i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano si sono
ritirati in camera di Consiglio per la sentenza finale. L'accusa ha chiesto per l'ex re dei paparazzi una condanna a 5 anni, nel primo pomeriggio, i giudici daranno indicazioni circa la lettura della sentenza.
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