Dopo quel maledetto 14 agosto, quando il ponte Morandi di Genova è crollato strappando la vita a 43 persone, ma soprattutto dopo la festa a Cortina della famiglia Benetton, proprio loro sono finiti nel mirino. Sul web e non. La famiglia, infatti, il giorno di Ferragosto, mentre l'Italia intera piangeva le vittime del crollo del viadotto, si è riunita con amici e parenti per una mega grigliata. Una tradizione, per carità, ma che forse si poteva evitare. Dopo la rabbia per la festa, il popolo italiano ha dovuto fare i conti anche con la (quasi unica) preoccupazione dei Benetton sul crollo in borsa di Atlantia, holding che gestisce Autostrade di proprietà dei Benetton. Per questo molti italiani si sono sentiti abbandonati e molti politici hanno attaccato duramente la famiglia che "invece di preoccuparsi degli sfollati pensa ai suoi soldi e a quelli degli investitori".
Ma ora c'è un altro rovescio della medaglia: i Benetton sono rimasti soli. A dirlo è La Repubblica. I Benetton, dopo la tragedia di Genova, si sono rifugiati nella loro casa a Cortina D'Ampezzo. Qui cercavano un po' di tranquillità e forse protezione, ma in realtà il vortice è arrivato sulle Dolomiti. Dopo sguardi di derisione a Giuliana Benetton, ieri, verso l'orario aperitivo alcuni turisti, alla viste dalla ricca famiglia, si sono lasciati andare a commenti: "Manco so' andati ai funerali, manco hanno avuto il coraggio di prendersi i fischi. Sono una tribù di figli e qualcuno potevano mandare. Non l'hanno fatto".
Ed è proprio
così: nessuno dei Benetton ha avuto il coraggio di andare a Genova. Sono rimasti lì, a Cortina. Inviando due comunicati, gelidi. E ora si ritrovano nell'occhio del ciclone. Con gli italiani che non li vedono di buon occhio.
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