L'archiviazione dell'indagine su Luca Morisi fa di lui l'ultima vittima del sistema che in Italia prende il nome di «macchina del fango» e che consiste nell'«assassinio del carattere» della vittima scelta. Ma negli ultimi mesi vi è solo l'imbarazzo della scelta. Dal presupposto affare della «lobby nera» contro Fratelli d'Italia, alla demonizzazione di Renzi con pubblicazione di estratti conto bancari, fino al Fatto quotidiano di ieri che, secondo il collaudato «metodo Travaglio» riportava accuse anonime contro Berlusconi, ritornato pericoloso, ora che le sue chance di salire al Quirinale si fanno più concrete. Siamo abituati a pensare che in questa operazione la magistratura abbia un ruolo di primo piano ma non è sempre cosi e anzi per far partire la macchina del fango essa neppure è necessaria: quel che è fondamentale è l'informazione. Un giornalismo, della carta stampata ma anche televisivo o web, che sceglie i propri obiettivi secondo criteri e tempistiche tipicamente politici e che li persegue attraverso «inchieste», nella maggior parte dei casi tendenziose e a senso unico. Solo in seconda battuta interviene la magistratura, che però in quel caso si rende spesso responsabile di fuga di notizie, passate misteriosamente ai cronisti che distruggono il carattere dell'indagato condannandolo a indagine appena iniziata. Di fatto, è impressionante vedere come la stampa e le tv tengano il più possibile nascoste le identità degli indagati quando si tratta di figure appartenenti al «partito dei media», mentre invece come sbattano il mostro in prima pagina quando il malcapitato ha la ventura di appartenere a una formazione poco gradita ai media. Il lettore si chiederà, ma quale carta stampata, quali media? Anche quello da cui stiamo scrivendo è un giornale. Ci riferiamo ai cosiddetti media mainstream, quelli appartenenti ai grandi editori o gruppi finanziari. È sempre stato così ma, mentre fino agli anni Settanta il mainstream era tendenzialmente moderato o conservatore, dopo il Sessantotto esso si fa di sinistra. Ne discende che il «partito dei media», non solo in Italia ma ovunque in Europa e negli Stati Uniti, guarda a sinistra e tende quindi da un lato a proteggere i partititi di quello schieramento, dall'altro ad attaccare, utilizzando anche l'arma dello scandalo, quelli ostili alla sinistra.
È un sistema, quello della politica che utilizza l'informazione per eliminare l'avversario politico, che ricorda molto la Francia della Quarta repubblica: un sistema marcio e malato che finì rischiando un colpo di Stato militare. Loro avevano però Charles de Gaulle che li salvò. Ma noi?
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