Fanno sloggiare i disabili per far posto ai clandestini

L'incredibile vicenda di don Lupino, costretto a ospitare a tempo indeterminato degli immigrati nigeriani nei locali della parrocchia destinati ai minori disabili

Fanno sloggiare i disabili per far posto ai clandestini

Il savonese è da tempo al centro di una grande polemica sulla gestione degli immigrati. Il parroco di Lavagnola, don Lupino, infatti, come scrive il Secolo XIX, ha preso carta e penna per scrivere al prefetto, "segnalando le problematiche davanti a cui la parrocchia si è trovata dovendo ospitare, forzatamente, due coppie di nigeriani".

Secondo quanto raccontato dal parroco, i profughi, affidati alla cooperativa "Il Faggio" sarebbero dovuti essere accolti "all’interno di una struttura per cui la cooperativa sociale paga regolarmente l’affitto, Villa Raggio".

Il sindaco, però, avrebbe rifiutato l’accoglienza di nuovi immigrati profughi, "a causa della presenza massiccia sul territorio valbormidese di stranieri, inviati dalla Prefettura in occasione dei diversi sbarchi".

Così i nigeriani sono stati trasferiti nella canonica di Lavagnola, "all’interno di un’abitazione destinata ai minori disabili". Così don Lupino ha scritto al prefetto: "Ora devo confessarle che i parrocchiani di San Dalmazio sono generosi ma non fessi, e che non hanno intenzione di continuare a mantenere gratuitamente degli stranieri che per altri sono un affare. Sono un cittadino che, quando è stato interpellato, ha risposto prestando la propria disponibilità e rispondendo all’emergenza. Ora, sono io a chiedere, a chi di dovuto, di assumersi le proprie. In primis al signor Prefetto, che non ha risposto alla mia lettera. In secondo luogo, mi chiedo come un sindaco di Sinistra non accolga, nelle strutture presenti sul proprio territorio, profughi inviati dalla Prefettura stessa".

E ha aggiunto: "Ho ristrutturato i locali della canonica per creare una comunità diurna per disabili minorenni: tutto a norma, alla perfezione.

Mi sta bene rimandare l’apertura se c’è un’emergenza, ma non può superare i due mesi. E non è giusto che sia la comunità di Lavagnola ad accollarsi le spese dei profughi che, ad altri, fruttano quattrini. Le parole che ho usato sono chiare: i miei parrocchiani sono bravi, ma non sono fessi".

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