L'ultima polemica dell'anno nasce dalla voce di Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d'Italia: «Dobbiamo far sì - ha detto collegata con La7 - che la maternità torni a diventare di nuovo cool, dobbiamo far sì che le ragazze vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia, che avere figli sia la loro massima aspirazione».
Alle donne di sinistra non è parso vero avere il pretesto per spezzare il tran tran delle vacanze di fine anno: «Oscurantista, roba da Medio Evo» (Chiara Appendino, Movimento Cinque Stelle); «concetto biologico delle donne» (Raffaella Paita, Italia Viva); «si mortifica il lungo cammino delle donne verso la libertà» (Luana Zanella, Verdi-Sinistra). Sarà, ma Lavinia Mennuni a mio avviso ha detto una verità quasi banale, come ben sanno tutte le donne di ogni orientamento politico e culturale e di ogni latitudine: i figli - e aggiungo io, da nonno, anche i nipoti - sono la cosa più straordinaria e importante che possa capitare nella vita, una delle davvero poche per cui valga la pena combattere in ogni senso. Se le onorevoli indignate oggi sono in Parlamento lo devono innanzitutto alle loro madri, che un certo giorno hanno sentito l'aspirazione di metterle al mondo, e a loro volta sia Chiara Appendino sia Raffaella Paita hanno avuto la stessa aspirazione, tanto che oggi sono entrambe felicemente madri. Sono certo che se chiedessimo loro in privato qual è il centro della loro vita risponderebbero «nostro figlio» e non «fare politica», o «fare carriera», prova che Lavinia Mennuni, che di figli ne ha tre, non ha detto alcuna castroneria.
Ma non solo. Le acide finte zitelle sono la prova vivente che avere l'aspirazione di fare figli non compromette il raggiungimento di altri traguardi, una madre felice di esserlo è diventata addirittura presidente del Consiglio.
Negare o sconsigliare, come fa la sinistra, alle giovani donne tale gioia significa solo costringerle a rinunciare a un pezzo fondamantale della loro esistenza oltre che, ovviamente, condannare l'umanità all'estinzione o alla sottomissione ad altre culture che fanno della natalità un loro caposaldo.Che poi, ovviamente, ciascuna è liberissima di evitare la maternità per scelta personale o per paura del futuro. Lo dico sinceramente: non sa cosa si perde, ma guai a giudicarla.
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