Farmaci omeopatici, via libera alla proroga ma il governo non dà sicurezze alle aziende

Il presidente dell'Omeoimprese Giovanni Gorla assicura che la battaglia con il governo non finisce qui per la permanenza sul mercato dei medicinali omeopatici attualmente in commercio

Farmaci omeopatici, via libera alla proroga ma il governo non dà sicurezze alle aziende

C'è un'apertura da parte del governo per la richiesta avanzata da Omeoimprese, l’associazione che rappresenta le aziende produttrici di medicinali omeopatici, sulla richiesta di un anno di proroga per la consegna dei documenti necessari alla registrazione dei prodotti omeopatici in commercio dal ’95.

Nonostante il parere contrario del governo sugli emendamenti bipartisan presentati al Milleproroghe, la categoria ha ottenuto che il tema non venga completamente abbandonato e la speranza è che si trovi una soluzione che abbia il minor impatto possibile sul settore.

Il presidente di Omeoimprese Giovanni Gorla assicura però che la battaglia non finisce qui: "Vediamo sicuramente un’apertura da parte delle Istituzioni, ma ad oggi non vediamo certezze: resta aperto il dialogo con il Ministero della Salute ma esistono pericolose interferenze che non rendono chiaro il nostro futuro. Penso alle recenti dichiarazioni contro l’omeopatia rilasciate del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, da cui il governo deve ufficialmente prendere le distanze. Ci muoviamo in un clima di pesante pregiudizio: l’ISS ha un ruolo nella valutazione dei dossier”.

L'emendamento presentato dal Sen. Andrea Mandelli è stato approvato nella notte e impegna il governo a valutare l'opportunità di prorogare al 30 giugno 2018 la data di presentazione delle domande di rinnovo dell'AIC e al 31 dicembre 2019 il termine previsto per la permanenza sul mercato dei medicinali omeopatici attualmente in commercio.

“Non vogliamo sottrarci agli obblighi di legge, anzi, la registrazione è per il settore un importante riconoscimento – puntualizza Gorga -, occorre solo un po’ di respiro, pensando soprattutto alle aziende più piccole che stanno riscontrando maggiori difficoltà nella redazione dei dossier e sono chiamate a mettere a bilancio costi importanti per gli adempimenti burocratici necessari. Se il governo, nei prossimi mesi, non dovesse attenersi a questo impegno, rischieremmo un tracollo con perdite di fatturato calcolate fra i 70 e i 90 milioni di euro. Una situazione che molti esponenti politici di tutti i partiti hanno ben presente e per la quale stanno lavorando affinché non accada il peggio.

Poiché assolutamente di buon senso, questa battaglia è sostenuta in maniera bipartisan, tanto che sono numerosi i parlamentari che intendono presentare un’interrogazione al Ministro Lorenzin per chiedere un intervento immediato”.

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