Inizialmente la lettera Z era apparsa su alcuni mezzi militari russi al confine con l’Ucraina. In merito vi sono state molte teorie, tra cui il fatto che la Z stesse per "Za pobedu", che in russo significa “Per la vittoria”. Nelle ultime settimane la medesima lettera è diventata un simbolo di supporto all’invasione russa in Ucraina segnalando porte e mura di alcune case di personaggi ritenuti "scomodi". Secondo quanto riportato da Skytg24, inoltre erano stati trovati in commercio dei gadget come magliette e felpe con lo stesso simbolo. Tutto ciò aveva destato scalpore tra la comunità creando un caos generale e un tutti contro tutti. Un'altra lettera utilizzata spesso è la V, ipotizzando dunque che «Z» stesse per Zapad (ovest) e «V» per Vostok (est).
Sul social network al momento più utilizzato in Russia, che ha un funzionamento simile a quello di Facebook è VKtonkte, in questi giorni la gente condivide le proprie foto con l'hashtag #BelajaPoVjaZka (“Benda bianca”) dove spesso le lettere “V” e “Z” dell’alfabeto latino sostituiscono le corrispettive in cirillico.
Le fasce bianche: cosa significano
Il simbolo per eccellenza che indica la resa è generalmente un fazzoletto bianco. In questi giorni, però, come riporta Repubblica, è stato indossato da dipendenti statali, insegnanti, bibliotecari, funzionari russi"per mostrare solidarietà a quei pacifici ucraini che hanno sofferto o sono morti a causa del fuoco indiscriminato delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti" scrivono sul proprio profilo social. Un chiaro riferimento a quanto accaduto a Bucha. Infatti, secondo quanto affermato dal governo russo, le vittime civili sarebbero una "messinscena da parte di Kiev".
Bianche sono anche le fasce utilizzate per legare le mani degli ucraini trovati morti tra le strade di Bucha, la cittadina a Est di Kiev, come abbiamo già scritto. Questo episodio spacca in due l'opinione pubblica. Secondo la versione di Mosca infatti, sono stati gli stessi ucraini a uccidere i loro connazionali per tradimento, l’inviato del quotidiano russo Komsomolskaja Pravda, Aleksandr Kots commenta così l'accaduto: "I nastri bianchi sono i segni di riconoscimento russi", ma "li indossavano anche i civili nei centri controllati dall’esercito russo" dunque con ogni probabilità sono "stati fucilati dai battaglioni ucraini di difesa territoriale".
Kiev nega categoricamente tale versione che al contrario dichiara sospetti nei confronti dei flashmob dei russi in quanto sembrano dei gesti forzati, soprattutto perché a partecipare sono minorenni. "Sono solo bambini, vengono semplicemente usati. È un incubo" commenta qualche civile.
Ciò che preoccupa maggiormente è l'accostamento di questi simboli a quelli nazisti, per esempio la fascia bianca sull'avambraccio ricorda la simbologia degli
anni del Reich hitleriano, oppure la lettera Z che sembra molto simile a una mezza svastica o come la definisce Vitalij Portnikov, una "semi-svastica stilizzata", chiamata da altri "Zvastica".
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