Coronavirus, risale l'indice di contagio Rt. Sei regioni sono a rischio

Il report dell'Iss parla di un aumento dei casi dovuto ai focolai scoppiati in varie parti d'Italia: "Serve ancora prudenza"

Coronavirus, risale l'indice di contagio Rt. Sei regioni sono a rischio

Il monitoraggio del coronavirus durante la fase 3 non è dei migliori: in ben 6 regioni infatti si supera la soglia e il rischio contagio aumenta. Questo il dato che è emerso dal report dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Il periodo preso in considerazione è quello compreso tra lunedì 6 luglio e domenica 12. I valori dell’Rt, l’indice di contagiosità, tendono a oscillare nelle regioni in cui si verificano focolai di trasmissione, che immediatamente vengono contenuti. Quindi “seppur in diminuzione, in alcune realtà regionali continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante". Quello che comunque emerge di positivo è che al momento le strutture ospedaliere non danno segnali di sovraccarico. Diciamo quindi che la situazione sembra essere sotto controllo.

Ecco le 6 regioni con Rt sopra a 1

C’è anche però da dire che il numero di regioni con un Rt superiore a 1, è aumentato, passando da 5 a 6. Il dato più elevato si registra in Veneto con 1,61. Mentre quello più basso viene rilevato in Basilicata, con un Rt a 0,02. In mezzo a queste due regioni troviamo la Lombardia con quota 1,14, la Toscana con quota1,24, il Lazio con 1,23, e a pari merito l’Emilia Romagna e il Piemonte, entrambe a 1,06. Anche la Basilicata adesso ha un Rt a quota 0,02, mentre prima era a zero. Questo perché nell’ultima settimana vi sono stati 2 nuovi casi di positività al coronavirus. L'incidenza resta comunque molto bassa nella regione che conta complessivamente 370 casi.

Mantenere distanziamento e igiene individuale

Gli esperti hanno spiegato che, almeno per il momento, è necessario mantenere tutte le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni e dalle province autonome, quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico. Gianni Rezza, capo dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, durante il videomessaggio di commento ai dati del monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss, ha sottolineato che “il numero dei casi rispetto alla scorsa settimana è più o meno stabile. L'Rt è 1,01, con intervalli di confidenza che vanno da poco sopra a poco sotto l'unità. Questo è dovuto alla presenza di focolai di dimensioni più o meno rilevanti, spesso dovuti a casi importati dall'estero: ne consegue la necessità di continuare con comportamenti ispirati alla prudenza. La sanità pubblica deve intervenire prontamente per intercettarli e contenerli rapidamente".

La situazione è comunque in generale positiva con piccoli segnali di allerta relativi alla trasmissione.

Come riportato nel report, anche se il lock-down nel nostro Paese ha reso possibile un controllo efficace dell’infezione da coronavirus, siamo comunque in una “situazione di trasmissione stazionaria a livello nazionale in cui persiste una trasmissione diffusa del virus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti”. Fortunatamente sono pochi i casi che richiedono ospedalizzazione. Attualmente sono pochi i soggetti con sintomi e quadro clinico ritenuti gravi.

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