Tiziano Renzi aveva messo in piedi un sistema complesso ed estremamente radicato. Le indagini della Guardia di Finanza hanno scoperchiato un vaso di Pandora fatto di fatture false, società inesistenti, contributi non pagati, favori e documenti scomparsi. Un vero e proprio "sistema criminogeno", come ritenuto dai giudici che hanno convalidato gli arresti domiciliari.
Il sistema da 725mila euro
Come iporta Il Fatto Quotidiano, il primo problema riguarda "la galassia di imprenditori ignari e ditte fantasma che la guardia di Finanza ha incontrato indagando sul 'sistematico utilizzo' di fatture emesse per operazioni inesistenti a favore della cooperativa Marmodiv, di cui, secondo i magistrati di Firenze, Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono amministratori di fatto". Secondo le accuse del gipè Angela Fantechi, il sistema Renzi ha creato 65 fatture per operazioni inesistenti o gonfiate per un volume di affari di circa 725mila euro.
Tutto ruota sempre intorno alla Marmodiv, società che, come si legge nell'ordinanza, nel giro di qualche tempo è diventata il "maggior prestatore di servizi su Firenze per la 'Eventi 6'". Per i pubblici ministeri, la Marmodiv nasce "essenzialmente per consentire alla 'Eventi 6' di avere a disposizione lavoratori dipendenti senza dover sopportare i costi relativi all'adempimento di oneri previdenziali ed erariali". Stesso sistema usato con Delivery Service e Europe Service, entrambe lasciate fallire.
Operazioni gonfiate
Paolo Magherini, sentito dai pm Christine Von Borries e Luca Turco il 31 maggio 2018, fa il quadro della situazione. Come testimonia l'uomo, la Marmodiv "era amministrata da dei prestanome". "Tutti, nel settore, sanno che la cooperativa è riconducibile alla famiglia Renzi, in particolare a Tiziano e alla moglie". E sulle accuse di fatture false, Magherini è netto: "Le fatture che mi avete esibito, devo ammettere che sono false. Mi fu chiesto di aprire una partita IVA ed emettere le fatture che mi avete mostrato. Mi venivano pagate con bonifici effettuati presso la Banca Sella" e "successivamente io restituivo indietro la somma in contanti per l’intero".
Ma la sua azienda non è l'unica. Altre hanno emesso fatture false in favore di Marmodiv. E dal 2013, è un susseguirsi di fatture per operazioni gonfiate o inesistenti. Tutto per far evadere la Eventi 6.
Imprenditori inesistenti
Tra gli imprenditori fake dei Renzi, molti sono stranieri. Come riporta Il Fatto Quotidiano, "casi emblematici sono quelli di Muhammed Ilyas e Amir Sajiad. Il primo, stando a una fattura del giugno 2016 da 12.200 euro nei confronti della Marmodiv, risulta essere il titolare della ditta 'Distribuzione Italia'. Quando è stato raggiunto dalla guardia di Finanza di Brescia, Muhammed ha però negato di essere a conoscenza di tale società e anche di risiedere a Castano Primo, dove invece ha sede la ditta. Le successive verifiche hanno effettivamente comprovato l’inesistenza della ditta 'Distribuzione Italia'. Amir Sajiad è invece il titolare dell’omonima ditta individuale, ma nega di aver mai effettuato una fattura da 15.398 euro a favore di Marmodiv".
C'è poi anche il caso di Mohammad Nazir, titolare di una ditta individuale. Questo almeno è quanto si evince dalle fatture, visto che ne sono state emesse quattro per circa 40mila euro tra il 2016 e il 2017. Tutte in favore di Marmodiv. Il problema è che all'indirizzo della sede dell'azienda, non c'è alcuna ditta, ma una casa. E la ditta giura di non aver mai lavorato per Marmodiv. Una cosa non troppo diversa da Ayesha Kabir, "rappresentante legale dell’omonima ditta individuale che ha emesso nel 2016 una fattura da poco più di 3mila euro. Gli elementi raccolti 'inducono a ritenere che le fatture in oggetto siano effettivamente relative a prestazioni inesistenti', si legge nell’ordinanza".
Cooperative e immigrati irregolari
Gli investigatori hanno poi messo gli occhi su due cooperative foggiane, la Quick e la Link di Carapelle. Dal 2013 al 2016, l'intermediario è tale Ruggiero Massimo Curci, con numerosi precedenti penali. Le due coop, come le altre ditte, emettono fatture per Marmodiv da 42.443 euro e 34.191 euro. Ma anche in questo caso, la GdF non trova alcuna sede delle società all'indirizzo dato.
Ma c'è dell'altro. A Casale Monferrato, la Finanza fa un'altra scoperta. Gli agenti fermano un furgone pieno di volantini pubblicitari e con a bordo sei pakistani, irregolari, e che lavorano per la Bajwa Group srl. Le Fiamme Gialle di Corsico vanno negli uffici della società e scoprono che la rappresentante legale è la pakistana Saima Choudhary, già sotto torchio per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Anche in questo caso, si scoprono fatture false per Marmodiv.
Il nodo "Eventi 6"
Le accuse nei confronti di Laura Bovoli e Tiziano Renzi e di aver "fatto sparire qualsiasi documentazione societaria delle cooperative fallite" per occultare i mancati versamenti delle imposte e, ovviamente, le fatture per operazioni gonfiate o inesistenti. Queste accuse, come spiega Il Corriere della Sera, hanno convinto "il procuratore Giuseppe Creazzo e l'aggiunto Luca Turco a sollecitare l'arresto dei genitori dell'ex premier". E le accuse nei confronti dei Renzi partono dal 2009, anno di fondazione della Delivery.
Il sistema è stato reso noto attraverso i verbali di dipendenti e soci che svelano come tutto sia stato messo in piedi "per proteggere le società di famiglia — prima fra tutte la Eventi 6 — scaricando tutti i debiti sulle coop Delivery, Europe Service e Marmodiv che in questo modo venivano poi portate al fallimento. E che — questo sottolineano i magistrati — avrebbe consentito alla società capo fila 'tra il 2014 e il 2018 di far crescere il volume d’affari da uno a sette milioni di euro'".
Come riporta da Il Giornale: "È esaminando la documentazione sequestrata nell'ottobre del 2017 presso la 'Eventi 6', che il procuratore Giuseppe Creazzo, l'aggiunto Luca Turco e il pm
Christine Von Borries, hanno riscontrato delle anomalie nella contabilità di tre cooperative collegate, la 'Delivery' la 'Europe service srl' e la 'Marmodiv'". Un sistema perfetto scoperto per dalla Guardia Di Finanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.