Fecondazione eterologa, Tribunale Milano invia gli atti alla Consulta

I giudici di Milano hanno sollevato la questione di incostituzionalità della legge 40: "Il no alla fecondazione eterologa mina la vita delle famiglie"

Fecondazione eterologa, Tribunale Milano invia gli atti alla Consulta

La fecondazione assistita torna a coinvolgere la Corte costituzionale. Il Tribunale di Milano, infatti, ha sollevato la questione d'incostituzionalità della famosa legge 40 davanti alla Consulta. Nel mirino c'è il divieto di fecondazione eterologa (che si ha quando il seme oppure l'ovulo provengono da un soggetto esterno alla coppia) previsto dalla norma. Divieto che, secondo i giudici (ordinanza di rimessione del 29 marzo 2013) va contro alcuni principi costituzionali: il diritto fondamentale all’autodeterminazione della coppia in relazione alla procreazione e al diritto di fondare una famiglia; il principio di uguaglianza tra coppie, discriminate in base al grado di sterilità e infertilità; il diritto alla salute della coppia.

Il dibattito va avanti da anni, tra sentenze dei tribunali e ricorsi al Tar. La Corte costituzionale si è giù espressa nel 2009, dichiarando parzialmente illegittimi i commi 2 e 3 dell'articolo 14 della legge. Il comma 2 è stato dichiarato illegittimo dove prevede un limite di produzione di embrioni "comunque non superiore a tre" e laddove prevede l'obbligo di "un unico e contemporaneo impianto". Il comma 3, che prevede di poter crioconservare gli embrioni "qualora il trasferimento nell'utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione", è stato dichiarato illegittimo nella parte in cui non prevede che il trasferimento di tali embrioni, "da realizzare non appena possibile", debba essere effettuato anche senza pregiudizio per la salute della donna.

Nel 2005 quattro referendum hanno tentato di modificare la legge, ritenuta troppo restrittiva. Ma il quorum non è stato raggiunto (ha votato solo il 25,9% degli aventi diritto) e la normativa è rimasta inalterata. La Corte costituzionale però è intervenuta accertando che taluni aspetti della legge sono illegittimi: tra questi il limite di produzione di tre embrioni e l'obbligo di un solo (e contemporaneo) impianto. Respinta, invece, la questione di costituzionalità sul divieto di fecondazione eterologa. La Consulta ha deciso in questo modo ritenendo tale scelta nella legittima discrezionalità del legislatore.

Si riapre il dibattito politico

"È una notizia molto positiva - ha commentato Marilisa D’Amico, esponente del Pd e avvocato della coppia coinvolta nel caso finito alla Consulta (insieme a Maria Paola Costantini, Massimo Clara e Sebastiano Papandrea) - perché, entro qualche mese, forse entro la fine dell’anno, le coppie in Italia potrebbero avere accesso alla fecondazione eterologa. Potrebbe finire, quindi, anche il turismo procreativo. Siamo molto soddisfatti per la decisione del Tribunale di Milano che ha deciso di risollevare la questione di costituzionalità davanti alla Corte costituzionale per fare cancellare la norma, che vieta in Italia la fecondazione eterologa".

"Condivido la pronuncia dei giudici di Milano. La legge 40 va modificata con urgenza perché è una legge illiberale e discriminatoria", dice Alessandra Mussolini, senatrice del Popolo della Libertà.

 

 

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