Fermato il killer di Brindisi Dopo la strage era in yacht

Preso l'uomo che ha fatto esplodere la bomba a Brindisi. I pm: "Finalità terroristica, indagini vanno avanti". Il papà di Melissa: "Quell'uomo non è un padre"

Fermato il killer di Brindisi Dopo la strage era in yacht

A diciotto giorni dall'attentato, il killer di Melissa Bassi sembra avere finalmente un nome e un volto. Si chiama Giovanni Vantaggiato, 68enne di Copertino (Lecce). È il titolare di un deposito di carburante agricolo, è sposato e ha due figlie, ma la mattina del 19 maggio avrebbe piazzato una bomba artigianale (tre bombole di gpl collegate ad un timer) davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. I pm ne sono certi: dopo lo scivolone sull'ex militare interrogato e poi rilasciato (ma non senza evitargli il linciaggio mediatico), stavolta le indagini hanno portato sulla pista giusta. "Ha confessato" ha annunciato ieri sera il procuratore della Dda di Lecce Catalfo Motta tra gli applausi della folla, assiepatasi davanti alla procura quando si è diffusa la notizia del fermo.

La mafia, il terrorismo, gli anarchici non c'entrano nulla, insomma. L'uomo avrebbe agito da solo probabilmente per una vendetta privata. È proprio il movente quello che non torna. Il 68enne, ora detenuto nel carcere di Lecce, non ha spiegato il perché del gesto. Nelle 10 ore di interrogatorio avrebbe alternato momenti di lucidità ad altri di squilibrio. Motta si è limitato a dire che "sta bene mentalmente. Ha ammesso la sua partecipazione, ma per quanto riguarda il resto non è convicente". Se c'è un colpevole resta ancora il giallo. Le voci si susseguono da ieri: un attentato contro il tribunale vicino all'istituto (ma allora perché piazzare la bomba davanti alla scuola?), una vendetta contro il preside Angelo Rampino (perché quindi far esplodere l'ordigno quando entrano i ragazzi?). 

I pm sono sicuri che Vantaggiato sia lo stesso immortalato dalle telecamere di sicurezza del chiosco davanti alla scuola. Tramite altre immagini che avrebbero ripreso la sua auto e l'analisi delle celle telefoniche, inoltre, gli inquirenti sarebbero ragionevolmente certi che il 68enne fosse vicino all'istituto quando la bomba è esplosa.

Per questo motivo "le indagini vanno avanti" o sarebbe "un'indagine zoppa", come ha spiegato in conferenza stampa Cataldo Motta, secondo lui Vantaggiato ha detto di aver agito "in orario diurno e non in orario notturno perchè di notte non c’era nessuno". Resta quindi il "delitto di strage", così come "l'aggravante delle finalità di terrorismo perchè l’effetto terroristico c’è stato". Il procuratore ha detto inoltre che la svolta nelle indagini è avvenuta grazie alle immagini degli spostamenti delle auto di Vantaggiato: "E' stata ripercorsa la strada fatta da due autovetture, una nella notte e una coincidente con momento dell'esplosione".

Vantaggiato ha le competenze elettrotecniche per fabbricare l'ordigno e lui stesso ha detto di aver fatto tutto da solo: "La bomba l’ho fabbricata io nel deposito", ha raccontato ai pm, "Ho comprato fuochi d’artificio e li ho svuotati mettendo dieci chili di polvere pirica in ciascuna bombola. Le bombole le ho portate la sera prima con la Fiat Punto sul luogo dell’attentato. La mattina dopo sono andato lì con la Hyundai e ho pigiato il telecomando". Per il momento però gli inquirenti non escludono che possa aver avuto un complice. Per quanto riguarda il movente, invece, il 68enne avrebbe detto di "avercela con il mondo" e di avere "problemi economici". Non si capisce ancora come questi dettagli potrebbero averlo portato al gesto.

Qualche tempo fa il 68enne ha subìto una truffa da oltre 300mila euro per forniture di combustibile non pagate. La sentenza del processo, in cui gli imputati sono stati assolti, è arrivata il 19 aprile. Per questo si è pensato a una vendetta e si sta indagando anche su due attentati subìti dal presunto autore della truffa. Oggi Motta ha ipotizzato che il gesto messo in atto davanti alla scuola di Brindisi il 19 maggio sia stato progettato "da un pò di mesi".

Nel carcere di Lecce in cui è rinchiuso, intanto, Giovanni Vantaggiato non fa che chiedere "Quanto tempo dovrò stare qui?". Ieri ha risposto a tutte le domande degli investigatori e oggi mantiene "un atteggiamento remissivo, passivo"

Mentre la polizia sta perquisendo il deposito di carburanti di proprietà di Vantaggiato, il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, tira "un sospiro di sollievo": "Ci conforta il fatto che si è arrivati a chiarire alcuni aspetti, anche se ci sono ancora dubbi sulle motivazioni alla base del gesto folle". Ai concittadini della ragazza morta però resta una domanda: "Tutta questa storia non ha senso: che cosa c’entrava Melissa?"

Una domanda che si fa anche il papà della studentessa morta, Massimo Bassi. "Per me questa persona, se la possiamo chiamare persona, non è un padre.

Ha spezzato la mia famiglia e la sua famiglia e quella di tutti gli altri ragazzi coinvolti in questa terribile esperienza", ha detto l'uomo precisando di non aver mai pensato che dietro ci fosse criminalità organizzata"

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