Fermo, ultrà vuole patteggiare: "Ma non si sente colpevole"

La difesa di Amedeo Mancini ha chiesto il patteggiamento. Lunedì la decisione della Procura

Fermo, ultrà vuole patteggiare: "Ma non si sente colpevole"

Il processo per la morte di Emmanuel Chidi Nnamdi forse non si farà. I legali di Amedeo Mancini, infatti, hanno chiesto il patteggiamento che potrebbe chiudere la vicenda giudiziaria e condannare a 4 anni l'ultrà della Fermana per la morte del nigeriano di Fermo.

La richiesta di patteggiamento arriva nell'ultimo giorno utile alla difesa per chiedere un rito alternativo al processo ordinario e la notizia è trapelata grazie ad un comunicato rilasciato da Letizia Astorri, legale di Chinyery, vedova del defunto. La difesa ci tiene a precisare che la decisione presa da Mancini non è un'ammissione di colpevolezza, ma deriva dalla volontà di evitare che l'iter processuale, i dibattimenti, gli interrogatori e le deposizioni in Tribunale possano riaprire una ferita che pian piano si sta rimarginando.

Se il procuratore Domenico Seccia deciderà di accordare a Mancini il patteggiamento, infatti, sarà possibile calare il sipario su una vicenda che ha diviso - e non poco - l'opinione pubblica. E l'ultrà potrà tornare a lavorare. "Mancini sente la responsabilità morale pur non riconoscendo una colpa vera e propria dell’'accaduto, avendo lui dovuto reagire ad una provocazione", ha spiegato al Corriere Adriatico il legale Francesco De Minicis insieme al collega Savino Piattoni.

La chiusura delle indagini avevano lasciato aperto il campo a un possibile processo che si annunciava infuocato. Nessuna delle due parti, infatti, poteva dirsi certa di spuntarla: la versione di Chinyery era stata ampiamente smentita dai testimoni, sul paletto però non era stato trovato il Dna di Emmanuel e l'autopsia ha decretato che la morte del nigeriano è avvenuta non per colpa del pugno di Mancini ma per la successiva caduta in terra. Insomma, i dettagli da valutare sono molti e l'Aula del Tribunale potrebbe trasformarsi in un ring. Particolari cui negli ultimi giorni si era aggiunta pure l'informativa della polizia su una presunta partecipazione di Emmanuel alla mafia nigeriana.

Secondo la difesa, come riportato dal Corriere Adriatico, "il patteggiamento è possibile in quanto a Mancini viene riconosciuta l’'attenuante della provocazione". Ovvero che non si è trattato di un pestaggio volontario, tantomeno razzista. Ma di una reazione, letale, ad una aggressione da parte del nigeriano. "Mancini sente il peso della morte di Emmanuel - dicono i legali - Inoltre vive e a Fermo e vuole rimanere amico di tutti senza creare problemi". Evitando il processo.

Per gli avvocati di Chinyery e di don Vinicio Albanesi, invece, deve esserci una "responsabilizazione del Mancini" e la richiesta di patteggiamento secondo loro va in questa direzione. "Per conto di don Vinicio Albanesi prendo atto di questo accordo - ha detto Igor Giostra, legale del sacerdote -. Non entriamo nel merito dello stesso e auspichiamo solo che sia un segnale chiaro di riappacificazione sociale, di riconciliazione, che ovviamente non può non passare da una responsabilizzazione del Mancini, responsabilizzazione che, ovviamente, tale scelta comporta".

Era stato proprio don Vinicio Albanesi ad accusare Amedeo

Mancini di aver "picchiato a morte" Emmanuel, facendo scoppiare l'attenzione mediatica sul caso. Tanto che anche Laura Boldrini e Maria Elena Boschi si scomodarono per andare ai funerali del nigeriano a Fermo.

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