Fischi all'Inno d'Italia, un gesto vergognoso che fa male al Paese

Ieri, prima della finale di Coppa Italia, i tifosi fischiano l'Inno di Mameli: "Protesta contro la classe politica". Ma quel gesto incivile danneggia tutti. Guarda il video

Fischi all'Inno d'Italia, un gesto vergognoso che fa male al Paese

Davvero un brutto spettacolo. Non solo perché quei fischi all'Inno d'Italia fanno male a tutti quanti, ma anche perché c'è ancora chi in un momento così difficile - straziato dalla crisi economica, stuprato dagli attentati e annientato dal terremoto - preferisce sputare contro le nostre radici per una bieca protesta da stadio.

Si è svolto tutto nel giro di pochi minuti. Tra gli sguardi attoniti dei più. Prima dell’inizio della finale di Coppa Italia (in campo la Juve e il Napoli) l'esecuzione a cappella dell’inno di Mameli da parte di Arisa è stata sonoramente, e continuamente, fischiata da una parte dei tifosi. Non una protesta contro la cantante, ma uno sfottò contro quell'inno che dovrebbe unire anziché dividere. Dentro quei fischi c'è di tutto: la frustrazione, l'anti politica, il bullismo. Perché gli schiamazzi dei tifosi hanno iniziato ad alzarsi al momento dell’annuncio che sarebbe stato cantato l’inno nazionale. Un gesto violento, sfrontato, incivile. Davvero un brutto spettacolo, appunto, consumato davanti al presidente del Senato Renato Schifani. "Quei fischi mi hanno sconvolto - ha spiegato la terza carica dello Stato - credevo che in una giornata come questa il Paese potesse dimostrare di unirsi sotto un inno che è sinonimo di solidarieta, e non che si potesse dar luogo a gesti del genere". E invece no. La polemica si sposta dall'Olimpico ai social network, dal campo da calcio ai bar di paese. "Caro Schifani, i fischi erano tutti per voi classe politica, non al Paese", replicano in molti su Twitter.

In molti hanno provato a metterci una toppa spiegando che i fischi fossero indirizzati all'esecuzione di Arisa. Ma la stessa cantante ha confermato che la protesta è iniziata ancor prima che lei iniziasse a cantare. "Ce l’avevano proprio con l’inno d’Italia", ha spiegato Arisa. D'altra parte, in passato ci sono già stati episodi analoghi. Un gesto inaccettabile perché l'Inno di Mameli è prima di tutto testimone di una unità che si incarna nella nostra libertà e nella democrazia per le quali si sono sacrificate moltissime vite umane.

In giorni di lutto, paura e grande dolore la Coppa Italia di ieri sera sarà ricordata per l'ennesimo gesto vigliacco anziché per il minuto di silenzio dedicato ai giovani allievi della scuola di Brindisi e alle vittime del terremoto in Emilia. Rimane l'amaro in bocca.

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