L'Anpi di Bologna non ci sta a passare per negazionista. Attenzione però ai numeri della tragedia degli istriano-dalmati. Cifre che l'ente associativo sembra voler rileggere al ribasso.
L'Associazione nazionale partigiani italiani - com'è spesso accaduto nel corso di questi ultimi anni - ha organizzato più di qualche conferenza per la ricorrenza del Giorno del Ricordo, che è dedicato ai martiri delle foibe. Il 10 febbraio di ogni anno, per via di un provvedimento approvato durante il mandato di un governo presieduto da Silvio Berlusconi, è dedicato ad alcune pagine di storia che, fino al 2004, avevano di rado ottenuto piena legittimazione ufficiale nei libri.
Uno di questi convegni - quello previsto per oggi presso la biblioteca del Senato - ha sollevato particolare scalpore. Più di qualche esponente politico della coalizione di centrodestra ha accusato l'Anpi di aver messo in campo una conferenza negazionista e volta alla redistribuzione delle responsabilità di un dramma nazionale che, stando alla storiografia ufficiale, ha ormai ben poco di oscuro. Anche qualche figlio di esuli istriano-dalmati si è detto perplesso sulle argomentazioni che potrebbero essere presentate nel corso della riunione convegnistica. L'Anpi ha centrato la sua manifestazione principale sul "fascismo di confine". La sensazione, che è diffusa, è che si voglia provare a reinterpretare quelle fasi, magari alimentando una narrativa in grado di ridimensionare i crimini commessi dai partigiani di Tito. Ma sarà bene attendere qualche notizia in più sui contenuti del convegno, che tuttavia risulta essere a porte chiuse.
Anna Cocchi, il vertice bolognese dell'Anpi, ha chiarito in queste ore la posizione assunta dall'associazione che rappresenta. Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, la Cocchi ha voluto sottolineare come l'Anpi non abbia alcuna intenzione di negare la drammaticità delle foibe, aggiungendo però qualche specificazione: "Noi non neghiamo assolutamente le foibe - ha dichiarato - ma la verità va detta per quello che è, non si possono usare strumentalmente e politicamente le foibe come è stato fatto con Bibbiano". L'accento, poi, viene posto proprio sulla natura delle statistiche effettive, che per la Cocchi differiscono da quelle presentate dalla "parte politica di destra". L'esponente emiliana-romagnola ha infatti continuato, spiegando come l'obiettivo dell'Associazione nazionale partigiani italiani sia stato quello di fare "una ricostruzione politica e storica, cosa che l'Anpi ha fatto con una ricerca approfondita sulla storia del confine orientale".
E quali sono, secondo la Cocchi, le risultanze di quella indagine? "Purtroppo - ha fatto presente abbiamo potuto constatare, attraverso questo studio, fatto raccogliendo testimonianze da storici, studiosi ed esperti e non da politici, che i dati raccolti - che appartengono alla storia - sconfessano i numeri dei morti sostenuti dalla parte politica di destra che risultano gonfiati". Sarebbe la destra, insomma, a distorcere la realtà storiografica.
Nel frattempo, il centrodestra continua ad insorgere: il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha detto che l'Anpi dovrebbe provare vergogna, così come ripercorso dall'agenzia sopracitata. La senatrice Isabella Rauti di Fdi, invece, ha chiesto d'introdurre il reato di "negazionismo delle foibe".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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