Sei mesi fa oggi moriva Silvio Berlusconi. Di quanto l'uomo abbia significato per questo Paese e di quanto la sua figura sia nei fatti insostituibile ne abbiamo parlato, e non soltanto noi, a lungo. E diamolo per acquisito. Non siamo qui, quindi, a celebrare, ma a provare a ragionare su un fatto che è accaduto non dico a sorpresa, sarebbe offensivo, ma certamente in un modo così chiaro che non tutti se lo aspettavano. E cioè che Forza Italia, il partito da lui fondato, plasmato ed amato, sta tenendo la scena politica con grande dignità e responsabilità. Lo dicono i sondaggi, che vedono il partito attestato più o meno a dove il Cavaliere lo aveva lasciato, lo dice quotidianamente l'azione di governo che i forzisti, oggi guidati da Antonio Tajani, svolgono.
Insomma, Berlusconi non è più vivo, ma Forza Italia è tutt'altro che morta, come invece qualcuno dei soliti maestrini aveva pronosticato un po' sbrigativamente. Lo sanno gli alleati di governo, che con Forza Italia devono fare i conti, lo sanno all'estero, dove il ministro Tajani affianca e agevola con lealtà il grande lavoro che sta facendo Giorgia Meloni, lo sanno gli elettori lasciati in eredità da Silvio Berlusconi, che non stanno dando segni di stanchezza.
Quando Tajani sostiene che senza Forza Italia il governo e la maggioranza perderebbero un punto di equilibrio non si può parlare di propaganda, bensì di un fatto. I retroscena sulla guerra che sarebbe in corso tra i due alleati di Fratelli d'Italia Forza Italia e Lega - per arrivare secondi alle Europee tra i partiti del Centrodestra poco appassiona (auguri a entrambi), credo neppure Giorgia Meloni, per la quale lo status quo rappresenta la situazione migliore per l'azione del governo.
Se la morte di Berlusconi doveva provocare un trauma elettorale e politico in Forza Italia, beh dopo sei mesi qualche crepa si sarebbe dovuta vedere a occhio nudo.
Niente di tutto questo, anzi: il ritorno a casa, due nomi per tutti, di Letizia Moratti e Gabriele Albertini, l'acquisizione di personalità di grande prestigio come Caterina Chinnici (figlia del giudice ed europarlamentare eletta nel Pd), ma soprattutto il fallimento del duo Renzi-Calenda nel provare a sfondare nell'elettorato moderato e liberale di centro, sono tutte cose che fanno capire come per Forza Italia sopravvivere a Berlusconi non sarà certo una passeggiata, ma neppure una impresa impossibile.
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