"La foto di mia moglie morta sul pacchetto di sigarette": chiesti 100 milioni di risarcimento

Un 50enne di Misano acquista un pacchetto di sigarette e trova la foto della moglie morente sul letto di ospedale. Sconvolto, fa causa per 100 milioni di euro a una multinazionale del tabacco: "Pubblicazione mai autorizzata"

"La foto di mia moglie morta sul pacchetto di sigarette": chiesti 100 milioni di risarcimento

100 milioni di euro di risarcimento. È quanto chiede a una multinazionale del tabacco un 50enne di Misano che, alla fine del 2018, su un pacchetto di sigarette appena acquistato, ha trovato la foto della moglie morente su di un letto d'ospedale. Una tragedia che era successa qualche mese prima e che nulla aveva a che fare con il fumo. Quella raccontata dal Resto del Carlino è una storia incredibile. Come noto, da anni i pacchetti di bionde riportano una o più foto di malati terminali a causa del tabacco per convincere, quasi sempre senza riuscirci, a smettere di fumare. Nel caso del 50enne, però, l'immagine non è passata inosservata. E non poteva essere altrimenti, visto che l'immagine impressa sul pacchetto mostrava la moglie sul letto di morte, intubata e con la testa fasciata. La donna era scomparsa nel novembre 2017 per una malattia che non aveva niente a che vedere con la nicotina. Questo il motivo che più di tutti ha spinto il marito a rivolgersi al suo avvocato Guglielmo Guerra, il quale ha inviato una lettera al colosso del tabacco che utilizza la foto-choc della moglie sulle confezioni di diverse marche del gruppo.

"Quella pubblicazione non è mai stata autorizzata e che prima di pubblicizzare l'immagine, l'operatore deve verificare se ci sia o meno il consenso della parte interessata, e che nel caso di specie verosimilmente nessun controllo è stato effettuato", ha scritto il legale del 50enne minacciando un'azione legale. Tardiva, e spietata, la risposta dell'azienda: "Le segnaliamo che le informazioni, così come le immagini che appaiono sui pacchetti di prodotti del tabacco, sono tassativamente indicate e incluse negli elenchi stabiliti dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale. In buona sostanza, la società utilizza solo diciture e immagini stabilite dalle predette normative e inserite negli appositi archivi ufficiali, strutturati per consentire alle società produttrici l apposizione delle avvertenze di legge sulle confezioni. Non c' è peraltro alcuna discrezionalità nella scelta delle immagini da parte degli operatori del settore che sono obbligati a usare le immagini (che normalmente sono 14 per anno)".

Quindi l'invito a "contattare il competente dipartimento della Commissione europea o il ministero della Salute". Ma il 50enne non ci sta e attraverso il suo legale ha intentato una causa per chiedere un risarcimento di 100 milioni di euro.

Nel 2016 un 48enne di Torino aveva denunciato una storia simile.

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