“Ho calibrato male le parole e provo a rispiegarlo bene”, così ha tentato di difendersi l’imprenditrice Elisabetta Franchi ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, in seguito alla pessima uscita che aveva avuto qualche giorno fa quando aveva detto di assumere solo donne over 40 perché 'hanno già fatto figli'.
La difesa della Franchi
La Franchi ha rimarcato il fatto che la sua azienda, l’omonima casa di moda, è prettamente al femminile e che l’80% sono donne. Ha poi aggiunto che di conseguenza, se pensasse quello che ha detto, non sarebbe in trasmissione a parlare. Ha poi aggiunto che le sue dipendenti e collaboratrici sono soprattutto under 40, ben il 54%, e che lavora al fianco di ragazze giovanissime. L’imprenditrice emiliana classe ‘68 ha quindi scelto lo studio del noto giornalista italiano per cercare di porre rimedio alle tante polemiche che le sue parole, calibrate male come lei stessa ha asserito, hanno provocato nell’ultima settimana. Insomma, tutti avrebbero frainteso il suo pensiero. Ma del resto, la Franchi ha precisato che va contestualizzato il contenitore in cui parlava: a suo dire era stata invitata a un incontro dove era portata a testimoniare perché nella moda le donne non coprissero ruoli dirigenziali. “Mi è stata chiesta una testimonianza leale e vera, da imprenditore", ha spiegato.
Cani sì bimbi no, ecco perché
Vespa ha però continuato sottolineando che la donna ha dato la possibilità alle sue dipendenti di portarsi il cane in ufficio e non di portarsi il bambino. La domanda seguente è nata quindi spontaneamente: “Perché non ha aperto un asilo aziendale?”. Ma ecco la stilista replicare di averci provato ben cinque anni fa ma di non esserci riuscita. Tutta colpa della burocrazia italiana che taglia le ali a chi invece vuole aiutare il prossimo. La sua impresa, che ricordiamo è conosciuta a livello mondiale, non riesce però a metter un asilo nido da sola, senza l’aiuto delle istituzioni.“E a quanto pare non solo io, perché di asili in Italia non è che se ne contino tantissimi. Ci proverò se lo Stato mi aiuta e mi toglie un po' di cavilli burocratici", ha continuato facendo un appello praticamente a Draghi & C.
Asilo aziendale a parte, davanti al guru del giornalismo nostrano la Franchi ha anche replicato alla condanna per comportamento antisindacale, ovvero per aver inviato alle lavoratrici che avevano proclamato lo sciopero degli straordinari, delle lettere di contestazione. "Io ho 300 dipendenti, iscritti ai sindacati 36, dieci dei quali non volevano fare le ore di straordinario comunque previste dalla legge, perché io ho diritto a 250 ore di straordinario all'anno.
Ho mandato una contestazione perché non avevano aderito allo straordinario, ma non sapevo che erano in stato di agitazione. Il giudice ha detto: quando c'è lo stato di agitazione lei non può fare la lettera di richiamo", ha spiegato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.