Il Veneto è in allarme per la presenza di un fungo killer resistente agli antibiotici e che ha già provocato la morte di un uomo, un 70enne, ricoverato all’Ospedale dell'Angelo di Mestre. L’anziano sarebbe infatti deceduto dopo aver contratto un'infezione causata da Candida Auris, e questo sarebbe il primo caso, e primo decesso, registrato nella regione. Come abbiamo, detto, si tratta di un fungo, la Candida Auris, capace di resistere agli antimicotici, altamente contagioso, con un tasso di mortalità compreso tra il 20 e il 70%. Resiste anche sulle superfici e sopravvive ai disinfettanti perché può formare biofilm. Secondo quanto emerso, la vittima era tornata in Italia dal Kenya, Paese in cui si era recato per lavoro, e dove con ogni probabilità ha contratto l’infezione mortale.
Come si è infettato
Durante la sua permanenza in Africa, il 70enne si era recato in una clinica privata del posto a causa di alcuni calcoli renali. Le sue condizioni di salute erano però andate col tempo peggiorando, e il paziente era stato quindi rimpatriato e all’inizio del mese era stato ricoverato all'ospedale di Mestre. Esami clinici avevano poi rilevato nel corpo dell’uomo la presenza del fungo killer, contratto verosimilmente nella clinica in Kenia, come ipotizzato dal personale medico italiano. La struttura ospedaliera in cui è avvenuto il decesso sta adesso seguendo tutte le procedure di profilassi per evitare che altre persone possano venire contagiate. In poche settimane il quadro clinico è precipitato e tre giorni fa è sopraggiunto il decesso.
Chi rischia di più
Per la sua resistenza e contagiosità, la Candida Auris fa registrare un alto tasso di mortalità, soprattutto tra i soggetti fragili, come era appunto il 70enne deceduto. La mortalità può raggiungere anche il 70%, in particolare se si soffre si calcoli renali e diabete. Dal 2019 in Italia sono stati registrati circa 300 casi di Candida Auris e, per evitare che la sua diffusione cresca pericolosamente nel nostro Paese, il Ministero della Salute ha diramato una circolare per allertare le strutture sanitarie e disporre, come ha fatto la Usl 3 Serenissima, la comunicazione immediata di tutti i casi eventualmente rilevati, in modo da poter monitorare e affrontare la situazione.
La morte sopraggiunge dopo circa 3 settimane dall'infezione, e i principali sintomi sono febbre, stanchezza e dolori muscolari. Sovente il fungo può andare a infettare ferite o causare infezioni nel sangue.
Il sequenziamento del suo genoma ha portato a capire che, nelle camere in cui erano ricoverati i pazienti colpiti dall'infezione, il fungo era presente sul materasso, sul comodino, sulla testiera del letto, e anche su altri arredamenti della stanza, oltre che sul davanzale. Il primo caso italiano venne registrato in Liguria, e ci vollero due anni per arrivare a una completa decontaminazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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