La solita retorica da centro sociale, con gli slogan strillati a ripetizione. Urlati al megafono. "Siamo una generazione queer e transfemminista, siamo per la pace e il disarmo". La solita contestazione politica, destinata - come spesso accade - a sfociare in manifestazioni antidemocratiche. Violente. Il corteo studentesco avvenuto stamani a Milano per chiedere l'abolizione dell'alternanza scuola-lavoro si è concluso con le foto di Mario Draghi e Giorgia Meloni bruciate in piazza. Date a fuoco come segno di dissenso verso la classe dirigente e il nuovo governo.
Nuove proteste, vecchia propaganda
Gli studenti protagonisti dell'odierna protesta, a quanto pare, avevano grosse lacune in educazione civica. In piazza, nuove proteste ma vecchia propaganda. "Fuori i fasci dalle scuole", si leggeva ad esempio su uno dei cartelli impugnati dai manifestanti. E ancora, lo striscione dispiegato all'apertura del corteo recitava: "L'Italia non è un Paese per giovani". Nel comizio che aveva dato avvio alla contestazione, i promotori dell'iniziativa avevano spiegato: "Siamo una generazione meticcia, antirazzista, ci opponiamo a questo governo che chiude i confini perché vogliamo libertà di migrare e diritti per tutti". Così, i bersagli facili del dissenso studentesco sono diventati Mario Draghi e la premier in pectore Giorgia Meloni.
Il "No Meloni Day"
Il successo elettorale di quest'ultima non dev'essere piaciuto affatto ai giovani della sinistra studentesca, che non a caso hanno colto l'occasione per lanciare la loro prossima adunata: il "No Meloni Day". Appuntamento il 18 novembre prossimo alle 9.30, in largo Cairoli a Milano. Nel frattempo, i ragazzi - circa 300 manifestanti - radunti da Rete Studentesca si sono portati avanti con le contestazioni alla leader del partito più votato in Italia. "Chi non salta la Meloni è...", hanno gridato dal palco. E via, tutti a saltellare. Intanto, tra i cartelloni esibiti c'era anche quello del partito marxista leninista italiano: "Uniamoci contro il governo neofascista Meloni. Per il socialismo e il potere politico del proletariato".
Draghi e Meloni a fuoco
In piazza duomo a Milano, poi, lo sfogo sulle immagini di Mario Draghi e della leader di Fratelli d'Italia, incendiate con dei fumogeni. Tra i simboli bruciati, anche quello di Confindustria. "Saremo in piazza finché questo modello non sarà cancellato", hanno affermato i manifestanti, riferendosi all'alternanza scuola-lavoro. Di seguito, il coro: "Per gli studenti uccisi non basta il lutto, pagherete caro, pagherete tutto". Inquietanti echi del passato, in quel ritornello.
Il riferimento iniziale era invece ai giovani putroppo morti durante le esperienze di alternanza scuola-lavoro: Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli e Giuliano De Seta.Tra slogan intrisi di propaganda e gesti antidemocratici, il ricordo di questi ultimi (commemorato con un iniziale minuto di silenzio) è sembrato piuttosto un pretesto per fare agitazione politica.
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