La definizione "furbetti del cartellino" oramai è famosa. Stiamo parlando di quei dipendenti pubblici che, anziché lavorare, svolgono altre attività, ovviamente dopo aver regolarmente timbratio il cartellino. Negli ultimi anni ci sono stati diversi casi, con centinaia di persone coinvolte e sottoposte a inchieste, provvedimenti e persino licenziamenti. Anche il Parlamento si è occupato di questo fenomeno, inasprendo i controlli e le pene per chi venga "pizzicato".
L'ultimo episodo si segnala a Napoli, all'ospedale Cardarelli, dove la polizia ha notificato sessantadue avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti dipendenti dell'azienda. Secondo le indagini, che si riferiscono agli anni tra il 2014 e il 2017, i dipendenti indagati, dopo aver timbrato il cartellino, si sarebbero assentati dal posto di lavoro per andare a svolgere altre attività private. Additittura pare che vi fosse un ragazzino, dell'età di 12-13 anni, che andava a timbrare al posto della madre. Poi vi sono due medici, un sindacalista e un consigliere comunale di un Comune deella provincia di Napoli.
Le persone sottoposte a indagine sono starte filmate da alcune telecamere nascoste installate dalle forze dell'ordine. Davanti a quelle immagini, che immortalano diversi gravi episodi, i dipendenti colti in fallo saranno chiamati a rispondere. I reati ipotizzati sono truffa e violazione della "legge Brunetta".
I dipendenti, se condannati, rischiano anche il licenziamento. Da quanto si apprende l'indagine era nata perché si voleva fare luce sui turni dei lavoratori del centralino dell'ospedale Cardarelli, che spesso risultava sotto organico.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.