Genitori separati litigano sulle vaccinazioni del figlio: il tribunale per i minori decide di affidare tutte le decisioni sulla salute e sull'istruzione del bambino ai servizi sociali.
La madre è una convinta anti-vax, il padre invece, vorrebbe far vaccinare il figlio, che ha 4 anni. I due sono separati e da tempo in conflitto, non solo sulla questione dei vaccini. Finora l'aveva avuta vinta la donna e al bambino non sono mai state fatte le vaccinazioni. Ma, pochi giorni dopo l'approvazione della legge che impone l'obbligatorietà dei vaccini per l'iscrizione a scuola, i giudici hanno deciso che il bambino dovrà essere vaccinato.
Non solo. Il piccolo dovrà essere portato dal pediatra per le visite di controllo e dovrà fare tutte le vaccinazioni previste dalla nascita ai 15 mesi. A vigilare sulla situazione ci penseranno i servizi sociali che sono stati incaricati dal tribunale di "assicurargli le visite di controllo sul suo stato di crescita e di salute, le cure necessarie, verificando eventuali incompatibilità e controindicazioni all'assolvimento delle vaccinazioni obbligatorie".
La sentenza
Secondo quanto scrive La Repubblica che riporta la notizia, è la prima volta che un tribunale prende una decisione del genere, anche se c'erano stati dei precedenti legati solo ad alcuni vaccini, quello contro l'hpv in un caso e quelli contro l'influenza e la meningite in un altro. Il 31 luglio, invece, il tribunale per i minori di Milano ha deciso che i conflitti tra i genitori sono tali che "risulta necessario limitare ulteriormente la responsabilità genitoriale" con riferimento a tutte le decisioni sulla sua salute e sull'istruzione ai servizi sociali.
Questi ultimi, che già si occupavano del minore dati i rapporti molti difficili tra i genitori che si sono denunciati anche penalmente, prenderanno tutte le decisioni sulla salute, istruzione e educazione del bambino. Inoltre, madre e padre sono stati avvertiti dai giudici che se non seguiranno le indicazioni dei servizi, il figlio potrebbe essere collocato fuori dalla famiglia.
La vicenda
La coppia, separata da tempo, era costantemente in dissidio sulla gestione del figlio di 4 anni. L'uomo ha accusato la ex di non portare nemmeno il bambino dal pediatra e sosteneva che il figlio avesse carenze vitaminiche legate a una dieta vegana sbagliata impostagli dalla madre e che la decisione di lei di non farlo vaccinare impediva al piccolo anche di socializzare: nello specifico non avrebbe potuto frequentare spazi pubblici come piscine, proprio perché non vaccinato.
Lei, invece, aveva denunciato l'ex accusandolo di molestie sul bambino, ma l'esposto della donna è stato archiviato. A causa della denuncia di molestie avanzata dall'ex moglie, però, l'uomo poteva incontrare il figlio solo in ambiente protetto.
Alla fine, vista la situazione, i giudici hanno ritenuto di demandare ai servizi sociali (l'"ente affidatario") "le decisioni inerenti alla salute, all'istruzione ed educazione del minore così da assicurargli non solo le visite e le cure necessarie, regolarizzando altresì l'assolvimento dell'obbligo delle vaccinazioni, ma anche la frequentazione delle scuole e lo svolgimento di normali attività stimolanti e di socializzazione fino ad oggi a lui negate".
Il tribunale, però, ha anche imposto di "regolamentare i rapporti del minore con il padre che, salva la presenza di gravi ragioni di pregiudizio nella relazione
padre/figlio che dovranno essere dal servizio riferite e puntualizzate, favoriscano congrui tempi e modalità di incontro, come già in via provvisoria disposto, con la facoltà di un graduale ampliamento e liberalizzazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.