Il drammatico racconto di un ex giocatore d'azzardo che per il gioco ha sperperato tutto il patrimonio che la famiglia gli aveva lasciato girando l'Italia per poter partecipare alle bische
È la storia di Francesco, pseudonimo utilizzato dal Bologna Today che ha raccontato la sua storia molto simile a quella di tanti altri finiti nel vortice delle scommesse. Una carriera nelle scommesse, oltre 38 anni di puntate. Francesco ha iniziato a scommettere all'età di 23 anni, mentre d'estate si trovava insieme ad alcuni amici all'interno di un centro ippico nel bolognese. Da lì non si è più fermato, dopo essere diventato un vero e proprio dipendente delle scommesse ippiche è passato ad altro, alle bische clandestine organizzate tra agiate persone bolognesi. Perché questo lui era, una persona ricchissima della Bologna bene che amava passare le nottate nei sotterranei cittadini a scommettere su un semplice tiro di dati.
"Una volta-racconta-ho scommesso un milione di euro sull'attraversamento stradale di un ipovedente. In circa sessanta secondi ho sperperato un milione di euro". Le vacanze insieme alla moglie, trascorse alle Maldive in cui prenotava gli hotel seguendo un semplice criterio: doveva esserci un casinò vicino o una sala scommesse. E la moglie, ignara di tutto. Lui spesso si alzava la mattina e diceva di recarsi nell'azienda che la famiglia gli aveva lasciato ma prendeva un aereo o un treno per recarsi nelle bische organizzate clandestinamente in Italia. Milano, Napoli o Torino. Lì ha conosciuto tutti: dai più grossi industriali italiani fino alle persone dello spettacolo. Il suo nome era diventato noto nel giro. La moglie non controllava i conti correnti:"Si è accorta di tutto da una lettera che mi ha mandato la banca in cui ha visto che tutti i miei estratti conti erano in rosso. Ha chiesto spiegazioni, io gliele ho date e mi ha lasciato. È tornata soltanto quando si è resa conto che la mia era una malattia e ha quindi deciso di aiutarmi”.
L'uomo, quando le banche hanno smesso di dargli prestiti, è finito nelle mani di alcuni strozzini. È stato avvicinato all'interno di un casinò, lui ha accettato il prestito ad interessi stratosferici. Ha provato a giocare nuovamente per riuscire a ripagare il debito ma non ce l'ha fatta:"Così sono andato da mia madre che ha venduto una sua proprietà e mi ha dato il denaro contante per poter pagare lo strozzino. Mi sono giocato anche quello e mi sono ritrovato con una pistola alla tempia, dovevo ripagare il tutto entro 48 ore". Ha girato tutte le chiese di Bologna in cerca di un sacerdote che l'aiutasse.
Francesco aveva una barca, un'azienda e una famiglia. Ha perso tutto, ora si appresta a ritirarsi in una pensione in Romagna. È uscito dal gioco d'azzardo e spera di non tornarci più, sapendo però quanto sia forte la tentazione e l'adrenalina che una puntata può dare:"Ora quando passo davanti ad un ippodromo, oppure ad una sala scommesse non provo più nulla. Sono entrato anni fa in un circolo di incontri per Giocatori Anonimi. Inizialmente continuavo comunque a giocare ma poi ho aperto gli occhi.
La mia storia serve ad aiutare tantissime persone che sono nelle mie stesse condizioni".Francesco è fermamente convinto che si debba chiedere aiuto, non importa se a uno psicologo o alla famiglia oppure ad un prete, l'importante è chiedere aiuto per poter uscire dal tunnel del gioco.
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