L'arresto è stato convalidato. Ousseynou Sy, l'autista senegalese che ha dirottato e incendiato l'autobus lungo la Paullese rimarrà in carcere.
Il gip di Milano Tommaso Perna, infatti, ha convalidato l'arresto. Ieri si è svolto l'interrogatorio del 47 che ora si trova rinchiuso nel carcere di San Vittore. Il Gip non sembrava aver creduto alla versione fornita da Sy, che diceva di aver compiuto il gesto perché sentiva le "voci dei bimbi morti nel Mediterraneo" che gli chiedevano di fare qualcosa di "eclatante".
Per il Gip dunque esistono le esigenze cautelari viste le accuse di strage, sequestro di persona, lesioni e resistenza, aggravati dalla finalità di terrorismo. L'autista resta quindi in carcere così come chiesto dai pm Alberto Nobili e Luca Poniz, titolari delle indagini, i quali ritengono sussistere il pericolo di reiterazione del reato. Secondo il Gip il senegalese "non si è pentito dell'azione posta in essere, probabilmente confondendo la liceità del fine ideologico prefigurato (salvare delle vite) con i mezzi adoperati per lo scopo (che hanno invece messo a repentaglio altre vite), nonché il rilievo che egli è rimasto totalmente indifferente rispetto ai rischi mortali ai quali ha esposto una moltitudine di individui che nulla avevano a che vedere con l'ideologia che lo ha spinto ad agire, tra i quali donne e minori da lui indistintamente adoperati come 'scudò umanitario". Non solo. Il magistrato ha parlato anche "dell'aggravante dell'aver commesso il fatto con finalità di terrorismo,rappresentate dall'intento di condizionare i pubblici poteri in relazione alle politiche in materia di accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione".
Il legale di Sy intanto sembra intenzionato a chiedere la perizia psichiatrica. "È incapace di intendere e di volere", ha detto ieri l'avvocato. "Ha dato seri segni di squilibrio - ha ribadito il difensore -. Ma non ha perso alcun parente in mare. E non ha mai detto che rifarebbe cento volte ciò che ha fatto. Ha ripetuto che non era sua intenzione fare del male ai ragazzi". Ma per il giudice che lo intervistato l'indagato è apparso "più o meno tranquillo". E ancora: "Voleva che la sua azione avesse il massimo impatto internazionale. Il suo messaggio era che gli africani non devono più venire in Europa.
L'elemento nuovo rispetto alle dichiarazioni delle prime ore è che oggi ha lodato il governo italiano per la politica sui migranti. Perché, dice, l'Italia è l'unico Paese dell'Unione europea che si impegna e spende denaro per salvare vite in mare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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