La sentenza: ferie forzate legittime per chi rifiuta il vaccino

Due infermieri e otto operatori sociosanitari sono stati sospesi dal loro posto di lavoro perchè hanno rifiutato di vaccinarsi. E la sentenza del giudice dà ragione alle Rsa

La sentenza: ferie forzate legittime per chi rifiuta il vaccino

Aggiornamento: da questo articolo è stata eliminata l'espressione "sospensione dello stipendio" dopo una verifica dei fatti. Ci scusiamo per l'errore.

Agli operatori sanitari delle Rsa non è concesso rifiutare il vaccino, pena la sospensione dal lavoro. Questa è la sentenza emessa dal giudice di Belluno.

Il caso

Due infermieri e otto operatori sociosanitari no vax, dipendenti di due case di riposo del territorio (la Servizi Sociali Assistenziali S.r.l. e la Sedico Servizi), hanno rifiutato, lo scorso febbraio, di farsi somministrare la prima dose del vaccino Pfizer. La reazione delle direzioni delle Rsa, dopo il loro netto rifiuto alla vaccinazione, è stata, prima, mettere i dieci dipendenti in ferie forzate e poi sottoporli alla visita del medico del lavoro. "Inidonei al servizio" è la definizione che è stata data agli operatori sanitari. La conseguenza è stata il permettere ai vertici delle case di riposo di allontanare dal luogo i dieci lavoratori per "impossibilità di svolgere la mansione lavorativa prevista".

Il ricorso

Immediato è stato il ricorso in tribunale da parte degli operatori no vax, i quali speravano di poter essere reintegrati nel posto di lavoro. La loro difesa ha invocato la libertà di scelta stabilita nell'articolo 32 della Costituzione in cui è scritto che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge. La risposta dell'avvocato Innocenzo Megali, colui che, insieme a Silvia Masiero, ha assistito legalmente le Rsa è stata: "Nessuno mette in dubbio la libertà di scelta vaccinale ma in questo caso prevale l'obbligo del datore di lavoro di mettere in sicurezza i suoi dipendenti e le parti terze, cioè gli ospiti delle case di riposo".

La sentenza

Il tribunale ha considerato "insussistenti" i motivi che hanno spinto gli operatori no vax e per questo sospesi, non licenziati. Ciò significa che qualora cessasse la pandemia o decidessero di vaccinarsi saranno immediatamente reintegrati nel posto di lavoro.

Il giudice ha sancito: "È ampiamente nota l'efficacia del vaccino nell'impedire l'evoluzione negativa della patologia causata dal virus come si evince dal drastico calo dei decessi fra le categorie che hanno potuto usufruire del vaccino, quali il personale sanitario, gli ospiti delle Rsa e i cittadini di Israele dove il vaccino è stato somministrato a milioni di individui". Motivo per cui è stata considerata pericolosa la persistenza nella casa di riposo dei 10 operatori no vax.

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