A Goro cacciarono gli immigrati. Ora ospitano famiglia italiana

A Goro due cooperative di pescatori hanno dato un buono spesa e una casa ad una famiglia (italiana) sfollata: "Benvenuti nella repubblica di Goro"

A Goro cacciarono gli immigrati. Ora ospitano famiglia italiana

Goro e Gorino respinsero i migranti. Una quindicina di ragazze sbarcate in Italia e redistribuite nei due piccoli comuni nel ferrarere senza "l'autorizzazione" dei cittadini. E soprattutto requisendo l'unico hotel della zona, togliendolo ai turisti e regalandolo ai migranti.

Oggi i cittadini, quasi tutti pescatori di volgole, parlano della "repubblica di Goro". E in effetti sono gli unici in Italia ad essere riusciti a costringere il prefetto a rivedere le proprie decisioni e a spostare altrove i profughi. E in questa "repubblica" a parte, ieri i responsabili di due cooperative di pescatori hanno deciso di dimostrare che quello di Goro è un popolo ospitale. Ma con chi vogliono loro. Ovvero una famiglia sfrattata di Cavarzere, padre, madre e quattro figli, che nel loro paese non avevano trovato una sistemazione.

"A Cavarzere, il nostro Comune in provincia di Venezia, nessuno ci ha aiutato anzi ci hanno presi in giro", così ha detto Gianluca Maniero prendendo le chiavi di quella che sarà la loro casa. A Goro Fausto Gianella e Mauro Finotello, rappresentanti delle cooperative di pescatori, sono riusciti a raccogliere i soldi per un buono spesa da 800 euro e ad assegnare a questa famiglia un appartamento. "Si tratta di un gesto di solidarietà - ha spiegato a La Nuova Ferrara il capo della cooperativa La Vela - un incentivo per ripartire. E la casa dove andranno ad abitare, anche se si trova a Mesola, è di proprietà di una gorese che ha voluto mettere a disposizione a titolo gratuito la propria abitazione per aiutare questa famiglia".

La storia della famiglia Maniero è in realtà abbastanza controversa. Nei giorni scorsi Le Iene hanno mandato in onda un servizio in cui il loro ex padrone di casa sostiene che la famiglia Maniero avrebbe smesso di pagare senza motivazioni, visto che nello stesso periodo avrebbero comprato una macchina. E che il Comune di Cavarzere avrebbe loro offerto una soluzione dignitosa, però rifiutata. "Hanno raccontato quello che volevano raccontare - si difende però Maniero - La casa vuota mostrata nel servizio non è quella che ci aveva proposto il Comune. Noi abbiamo rifiutato la loro soluzione perché di fatto non era una soluzione, era un’abitazione fatiscente, un “loculo” dove non si possono crescere bambini". "Goro ci sta tirando fuori da una situazione che era diventata insostenibile, resa ancora peggiore dagli amministratori cavarzerani che hanno solo infangato la nostra famiglia attraverso televisioni e giornali - conclude Maniero a estense.com - Nulla hanno fatto per salvaguardarci, con 240 case libere – sostiene il capofamiglia – molte delle quali destinate all’accoglienza migranti. Per loro c’è sempre posto".

Se ai migranti ci pensa lo Stato, agli italiani ci pensano gli stessi italiani.

ci hanno pensato i cittadini di Goro, cui "non interessa" quello che dice la tv. Per loro è importante aiutare un italiano e dare un messaggio. Le cooperative di pescatori sono pronte anche a trovare un lavoro a Maniero, quello che gli manca da un anno e mezzo.

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