"Il governo faccia qualcosa per la moda. L’Europa? Scandalosa"

Alessandro Squarzi a ilGiornale.it: “Se tu, Stato, non mi metti in condizione di ripartire con dei finanziamenti o con l’esonero dalle tasse, io come posso tornare a lavorare?”

"Il governo faccia qualcosa per la moda. L’Europa? Scandalosa"

Dicono che sia l’uomo più fotografato al mondo e, in effetti, basta digitare il suo nome su Google per rendersene conto. Il suo amico fotografo Hooncheol Ko (Super Ko) gli ha dedicato un libro mentre Scott Schuman (The Sartorialist) non perde l’occasione per immortalare il suo stile.

Ma Alessandro Squarzi – che abbiamo intervistato per comprendere come la moda stia vivendo questo periodo complesso – è innanzitutto un imprenditore. Anzi: è un innamorato che ha deciso di fare del vintage, e della moda ad esso legata, il proprio mestiere al quale ha poi aggiunto quello di talent scout e infine, con i suoi 205mila follower, quello di influencer.

“Non c’è nessuno che stia portando le nostre necessità di imprenditori al governo”, dice Squarzi in un’intervista telefonica concessa a ilGiornale.it. “Mi preoccupa molto l’economia italiana. Oggi stiamo piangendo i morti provocati dal Coronavirus, ma domani rischiamo di piangere coloro che perderanno il lavoro”. Già, perché gli scenari che si prospettano per l’Italia di domani sono molto complessi, come dimostra la possibilità di utilizzare il Mes come “fondo Coronavirus”.

Il problema principale riguarda, come ovvio, i pagamenti che gli imprenditori devono continuare a fare ma che, ora che è tutto bloccato, fanno fatica a sostenere: “Io ho dei ragazzi che sono assunti e potrò usufruire della cassa integrazione. Ma ne ho anche altri che sono a Partita Iva: come possono campare con 600 euro una tantum? Come possono continuare a vivere così?”, si chiede Squarzi, che poi prosegue: “Mi pare che il governo stia navigando a vista e che non ci sia una strategia precisa e per noi imprenditori è davvero difficile pensare positivo. Guarda quello che è successo a Milano: due settimane fa era il fiore all’occhiello dell’Europa e adesso siamo in ginocchio. Tutto è chiuso, bloccato e incatenato”.

In effetti sembra passato un secolo da quando il sindaco di Milano Giuseppe Sala invitava Milano a non fermarsi e a non avere paura del virus. Ora la situazione è cambiata completamente, i morti e i contagi aumentano ogni giorno (anche se pare essersi registrato un piccolo rallentamento): “Dobbiamo pensare per noi stessi – prosegue Squarzi – Il fatto di rimanere chiusi in casa ti blocca e non ti rendi conto di ciò che accade attorno a te”.

Ma a ben guardare, lo scenario attorno a noi non è dei migliori, soprattutto se si guarda a Bruxelles, come afferma Squarzi: “Dobbiamo tornare più forti senza chiedere niente a nessuno. L’Europa così com’è è scandalosa”.

Ma alla fine è la speranza a prevalere: “Siamo italiani e siamo in grado di reinventarci. Ma abbiamo bisogno di un aiuto dello Stato. Nel momento in cui diamo i nostri quattrini allo Stato abbiamo il diritto di chiedere qualcosa in cambio. Ed è questa la sfida più grande di domani”, prosegue Squarzi: “Se tu, Stato, non mi metti in condizione di ripartire con dei finanziamenti o con l’esonero dalle tasse, io come posso tornare a lavorare? Io non so quale sia la ricetta più corretta per risolvere questa situazione, ma se pensiamo all’Italia come a un’azienda possiamo dire che ora non è il momento di pensare agli utili, ma a metter dei soldi per far ripartire tutto”.

Ed è questo il punto: far sì che il settore della moda – che pesa oltre 70 miliardi di Pil – possa ripartire. Come diceva giustamente Squarzi: “Siamo italiani e siamo in grado di reinventarci”. Ma c’è bisogno di un aiuto.

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