E adesso si prepara il drammatico momento del faccia a faccia. Perché delle due l'una, e una terza verità non può esistere. O S. è una giovane donna pronta a facili avventure e altrettanto facili pentimenti. O nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda si è consumato, in una sera d'estate ormai di tre anni fa, il più brutale degli stupri di gruppo, con quattro ragazzotti pieni di soldi - compreso il figlio del padrone di casa - pronti a ubriacare una giovane donna e a passarsela poi come un oggetto.
Da quando, dieci giorni dopo la notte nella villa, la ragazza bussò alla porta dei carabinieri milanesi della compagnia Duomo per raccontare tutto, le due verità si fronteggiano. Ma adesso è arrivato il momento del processo, che si apre oggi a Tempio Pausania. E alla prossima udienza, il prossimo 6 luglio, S. dovrà venire in aula a raccontare la sua verità. E dalla sua capacità di convincere i giudici, di reggere al controinterrogatorio dei legali degli imputati si giocheranno in buona parte le sorti del processo.
Udienza oggi, la prossima tra un mese, poi le vacanze, poi una udienza al mese fino a novembre: già i ritmi singolarmente blandi dedicati dal tribunale di Tempio ad un processo di grande gravità e altrettanta eco, la dicono lunga su come la giustizia ha affrontato il caso dello stupro attribuito a Grillo junior. Mentre il fondatore e garante dei 5 stelle in tivù sparava ad alzo zero sulla presunta vittima, inchiesta e passaggi procedurali hanno viaggiato al ralenti per anni.
Il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, che oggi sarà in aula di persona, dà la colpa ai carichi di lavoro: «È un ufficio faticosissimo, con tre soli sostituti e un carico di lavoro enorme». Ma questo non spiega il ritmo di una udienza al mese con cui andrà avanti il processo.
L'interrogatorio di S. avverrà a porte chiuse, come tutto il processo, per proteggere la privacy della ragazza. Privacy che per alcuni aspetti è stata già violata, rendendola quasi identificabile e divulgando un precedente caso in cui si era dichiarata vittima di violenze sessuali poi non riscontrate. A porte chiuse oggi verranno sentiti i carabinieri che per primi hanno indagato. Quattro sono di Milano, tra loro c'è il maresciallo che riferirà «in ordine alla perquisizione e sequestro eseguiti il 29.8.2019 nei confronti dell'imputato Ciro Grillo»; nello stesso giorno vengono perquisiti dai carabinieri di Genova gli altri tre giovani (Vittorio Lauria, Francesco Consiglia e Edoardo Capitta).
Dalla denuncia della ragazza, presentata il 26 luglio, è passato più di un mese. Quante prove siano svanite in quel mese di attesa non si saprà mai. Dopo i carabinieri di Milano e Genova verranno interrogati i loro colleghi, Antonio Cossu e Luca Levrini, che vennero inviati a fare un sopralluogo «in località Pevero, frazione di Arzachena», ovvero nella villa affittata dall'ex comico. Data del sopralluogo: 12 settembre 2019. Un altro ritardo inspiegabile, ed altre prove potenzialmente evaporate. Come i ricordi di Parvin Tadijk, la moglie di Beppe Grillo, che quella notte era nella villa ma quando finalmente viene sentita dirà di non ricordare nulla di particolare. E che dovrà anche lei venire nell'aula di Tempio a testimoniare.
In ogni caso il piatto forte, l'udienza chiave, sarà quella in cui verrà
sentita S., la ragazza italo-norvegese che ha denunciato il quartetto. Insieme a lei verrà sentita l'altra presunta vittima, la ragazza cui uno dei giovani appoggiò i genitali in faccia mentre dormiva, immortalando la scena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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