Grosseto, stuprò brutalmente un’italiana: in carcere marocchino grazie a test Dna

Grazie all’esame comparativo del Dna ed alla preziosa collaborazione della vittima gli inquirenti sono finalmente riusciti ad identificare ed a mettere dietro le sbarre l’autore del brutale stupro avvenuto a Grosseto lo scorso febbraio

Grosseto, stuprò brutalmente un’italiana: in carcere marocchino grazie a test Dna

È finito in manette un cittadino straniero che lo scorso febbraio aggredì e violentò a Grosseto una giovane italiana, dopo averla convinta a dargli un passaggio in auto. In seguito al fatto, avvenuto in piena notte, iniziò una lunga caccia all’uomo, conclusasi positivamente negli ultimi giorni.

La vittima ha raccontato di aver incontrato il suo aguzzino, un nordafricano, all’uscita di un bar e di aver scambiato con lui qualche parola. Ad un certo punto della serata, l’extracomunitario le avrebbe chiesto un passaggio in auto per raggiungere un altro locale nelle vicinanze. La donna esaudì la richiesta dello straniero, senza rendersi conto di esser finita dritta nella sua trappola.

Percorsi pochi metri, infatti, l’uomo le avrebbe prima chiesto di accostare lungo un marciapiede proponendole di consumare insieme della cocaina. Dinanzi al suo rifiuto, seguito anche dall’invito di scendere dall’abitacolo, l’africano l’avrebbe improvvisamente aggredita, con delle intenzioni ben precise in mente.

Dopo aver tentato invano di baciarla, venendo respinto, il magrebino l’avrebbe morsa sul labbro inferiore. L’italiana ha pertanto cercato una via di fuga, ma a quel punto è stata presa a pugni sul viso e strattonata violentemente per i capelli.

Nonostante la resistenza opposta, alla fine lo straniero era riuscito ugualmente ad abusare più volte di lei, stuprandola sul sedile della sua auto mentre le teneva una mano premuta sul naso e sulla bocca.

Con le scarse energie residue, la vittima riuscì comunque a liberarsi dalla morsa, sferrando un colpo ai genitali dell’africano il quale, abbandonata l’auto, si diede alla fuga.

Riuscita a riguadagnare la via di casa, la ragazza chiamò subito un’amica, a cui raccontò delle violenze subìte per poi recarsi, accompagnata da lei, al pronto soccorso dell’ospedale di Grosseto. Qui furono raccolti dei campioni biologici, che poi sarebbero tornati utili nei mesi successivi per l’individuazione del colpevole. Fondamentale anche la collaborazione della vittima che, pur non avendo mai visto prima di quel giorno lo straniero, ne aveva fornito una dettagliata descrizione fisica.

Coi dati di cui sono entrati in possesso, gli inquirenti hanno potuto circoscrivere le indagini a 467 uomini di origini magrebine con caratteristiche simili a quelle riferite dalla donna. Con l’aiuto di quest’ultima, l’attenzione si è focalizzata su un 27enne marocchino, il cui profilo genetico corrispondeva perfettamente con quello dell’autore dello stupro.

Grazie

all’esame comparativo del Dna è stato dunque possibile trarre in arresto il malvivente, trovato, tra l’altro, in possesso di 7 involucri contenenti oltre 6 grammi di cocaina al momento del fermo.

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