"Hai il velo, non ti assumiamo": per i giudici è discriminazione

Una ragazza velata è stata scartata da un'azienda di lavorazione dei metalli: "Se vuoi il posto togliti quello straccio". Ora riceverà 1,550 euro di risarcimento

"Hai il velo, non ti assumiamo": per i giudici è discriminazione

Il datore di lavoro si rifiuta di assumere una ragazza con il velo, ma il giudice decide che c'è discriminazione religiosa e impone il risarcimento.

La storia arriva dall'Alta Austria, dove una giovane musulmana si è vista rifiutare un posto di lavoro presso una ditta di lavorazione del metallo per quella foto con il velo allegata al curriculum vitae. La responsabile delle risorse umane addetta al processo di selezione si era esibita in commenti offensivi e discriminatori, ingiungendo alla ragazza di "togliersi quello straccio dalla testa", se avesse voluto il lavoro.

La donna musulmana, offesa, ha così deciso di rivolgersi al tribunale. Che, alla fine, le ha dato ragione: il tutore civico nazionale per il pari trattamento ha ritenuto che vi fosse discriminazione su base religiosa. Una pratica espressamente vietata dalla legge austriaca.

Così i

giudici del tribunale del lavoro ha condannato l'intervistatrice a un risarcimento di mille euro verso la giovane velata. L'azienda, invece, ha dovuto versare 550 euro alla vittima della discriminazione.

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