Ancora droga in una spiaggia della provincia di Agrigento. Dopo diverse settimane dall’ultima “sorpresa” rinvenuta lungo le coste siciliane, ieri mattina un altro ritrovamento ad opera dei carabinieri di Siculiana, nell’area di Torre Salsa. Ben 35 chili di hashish all’interno di un sacco di plastica. La scoperta è stata fatta nel corso di un controllo sul territorio diretto a verificare se i cittadini si stessero comportando in modo conforme a quanto disposto dal decreto sulle misure di contenimento da coronavirus. Da una settimana ormai i controlli vanno avanti al fine di tutelare la salute della collettività. Ieri, le attività dei militari hanno avuto maggiore concentrazione nelle zone balneari per verificare se i cittadini avessero mantenuto un comportamento diligente nonostante l’innalzamento delle temperature che avrebbero potuto far cadere qualcuno in tentazione senza alcuna autorizzazione
Ebbene, nessun problema in tal senso. Quello che i militari non si aspettavano è stata invece la segnalazione di un passante circa la presenza di uno strano sacco di plastica blu, chiuso a sua volta da un fitto intreccio di nastro da imballaggio. Tutto l’involucro era nascosto dalle alghe e dagli altri rifiuti restituiti dal mare. L’imballaggio ha fatto subito emergere dei sospetti. Una volta aperto, al suo interno sono stati rinvenuti diversi panetti di hashish per un peso complessivo di 35 chili. Tutta la sostanza stupefacente era già pronta per lo smercio. Aperte adesso le indagini. Gli inquirenti non si sbilanciano, ma quasi certamente, si indagherà per verificare se ci sia un filo conduttore tra quest’ultimo carico di droga e quelli arrivati in precedenza in diverse spiagge della Sicilia a partire dal mese di dicembre del 2019.
La dinamica è stata sempre la stessa, imballaggi di hashish del peso complessivo di 30/40 chili ognuno, ritrovati per caso dai passanti sulla spiaggia perché restituiti dalle correnti del mare. Poi aveva fatto seguito anche il ritrovamento di tre corpi privi di vita appartenenti a tre sub di origine caucasica. Tutti avevano la stessa muta e morti quasi certamente per annegamento. Fondamentale poi un altro particolare, ovvero il fatto che i tre avessero gli stessi tatuaggi sul corpo. Un disegno tribale, due lettere tra cui una “M” nell’avambraccio sinistro e un pipistrello sulle scapole. A lavoro cinque procure siciliane: Agrigento, Trapani,Termini Imerese, Patti e Messina.
Gli inquirenti stanno cercando di capire in quale imbarcazione si trovassero i tre, quale rotta stessero seguendo e con quale obiettivo. Dopo diverse settimane di silenzio ecco che arriva un nuovo pacco di stupefacenti facendo sorgere nuove domande agli investigatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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