"Ditta ha lavorato per Expo ma nessuno l'ha pagata"

Un produttore di materiali edili vanta un credito di 87mila euro dalla Società Consortile che ha lavorato per l'Esposizione Universale. Non soddisfatto risale fino ad Expo Spa, che respinge ogni addebito circa l'elusione dell'obbligo di garanzia dei fornitori

"Ditta ha lavorato per Expo ma nessuno l'ha pagata"

Molte ditte hanno lavorato per Expo, contribuendo alla buona riuscita della manifestazione. Oggi vi parliamo di una di esse, la Vibrapac srl di Solaro (Milano), che nonostante il lavoro svolto ancora non è stata pagata. La denuncia arriva dall'avvocato Giampiero De Donato, del foro di Milano.

Che tipo di lavoro ha fatto il suo cliente per Expo?

Fornitura di materiali edili.

Quanto gli spettava? È stato pagato?

Non è stato pagato. La somma degli importi fatturati è € 87.517,33.

Com’era riuscito ad avere questo appalto?

È azienda di riferimento nel settore, produce molti dei materiali che vediamo nelle stazioni della metropolitana.

Tecnicamente per chi ha lavorato?

La trattativa è stata condotta da personale di Mantovani Spa, azienda di assoluto rilievo nazionale, impegnata in prima persona nella realizzazione della Piastra Espositiva dell’Expo; operativamente, sul campo si sono sempre visti uomini di Mantovani. Al momento di formalizzare, il cliente si è visto sottoporre un contratto in cui Mantovani Spa aveva sostituito a sé la società Consortile per Expo 2015. Le consegne erano già iniziate (prassi del settore), non avrebbe potuto firmare che quello.

Mi può spiegare il meccanismo con cui dal suo cliente si arriva a Expo 2015 Spa?

Expo 2015 Spa – ora in liquidazione – con € 10.120.000,00 di capitale sociale, è partecipata da: Ministero delle Finanze al 40%, Comune di Milano al 20%, Regione Lombardia al 20%, Provincia di Milano al 10% e Camera di Commercio di Milano al 10%. Nata per realizzare l’Expo, ha affidato i lavori edili, con procedimento pubblico, a RTI Mantovani (Raggruppamento Temporaneo d’Imprese capeggiato da Mantovani). Il RTI ha poi “estruso” Consortile per l’Expo 2015 scarl, società consortile con € 10.000,00 di capitale, che si è posta come contraente nei confronti di tutti i fornitori. La nascita di questo soggetto interposto è legittima: applica la norma di cui all’art. 93 del D.P.R. 207/2010 (Regolamento Attuativo del Codice degli Contratti Pubblici). L’art. 37 del Codice degli Appalti Pubblici genera un vincolo di solidarietà, tra clienti e fornitori; noi abbiamo scritto ad Expo 2015 Spa che ci saremmo rivolti a loro perché Consortile per Expo 2015 scarl non ci pagava.

Expo 2015 Spa ha risposto che l’interposizione della Consortile per Expo 2015 scarl ha interrotto il vincolo di solidarietà?

Expo 2015 ci ha comunicato verbalmente di ritenere che la presenza della Consortile per Expo 2015 scarl nella catena contrattuale interrompa il vincolo di solidarietà. Se così fosse, Expo 2015 Spa in liquidazione non garantirebbe i subfornitori del suo appaltatore.

Cosa conta di fare adesso il suo cliente?

Va avanti attaccando i soggetti che ritiene responsabili: i soci della Consortile per Expo 2015 scarl, poi su su sino ad Expo 2015 SpA e partecipare alla liquidazione. Expo 2015 Spa in liquidazione ha già comunicato di essere estranea al vincolo di garanzia.

Mi può spiegare meglio il rapporto che c’è tra l’obbligo di garanzia dei fornitori e il vincolo di garanzia sancito dal Codice degli Appalti?

Gli appalti di questo genere hanno sempre Committenti solidi: tutti i più piccoli che partecipano all’operazione hanno diritto a contare su questa solidità. Questo scopo è perseguito dall’art. 37 comma 5 del “Codice dei Contratti Pubblici relativi a Lavori, Servizi e Forniture in Attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”, che stabilisce: “L’offerta dei concorrenti raggruppati o dei consorziati determina la loro responsabilità solidale nei confronti della stazione appaltante, nonché nei confronti del subappaltatore e dei fornitori.”

Per quale motivo Expo Spa dovrebbe rispondere per altre ditte inadempienti?

La ratio dell’art. 37 D. Lgs. 163/2006 è garantire il pagamento a tutta la catena dei fornitori, tramite il vincolo di solidarietà. Quindi, in teoria, Expo 2015 Spa deve rispondere delle obbligazioni assunte dal suo appaltatore verso i suoi fornitori. A vincere la gara pubblica, per la realizzazione della Piastra Espositiva, è stato il Raggruppamento Temporaneo d’Imprese capeggiato da Mantovani, con tutto l’affidamento che il nome ha creato nei fornitori. L’RTI ha poi costituito una società di scopo, Consortile per Expo 2015 scarl. L’art. 93 D.P.R. 207/2010 prevede, appunto: “I concorrenti riuniti o consorziati indicati dal consorzio come esecutori dei lavori, dopo l’aggiudicazione possono costituire tra loro una società anche consortile, ai sensi del libro V del titolo V, capi 3 e seguenti del codice civile, per l’esecuzione unitaria, totale o parziale, dei lavori”. Non ho trovato Giurisprudenza sul caso, ma ne ho parlato con alcuni Giudici civili a Milano e a Monza: l’art.

37 comma 5 detta una norma d’interesse generale, che non può intendersi aggirato tramite un’altra norma, successiva ed appartenente ad un decreto nato per dare esecuzione proprio al Codice degli Appalti Pubblici. Se così fosse, parrebbe di poter dire: “fatta la legge…”

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