Due dosi di vaccino in una regione e il booster in un’altra. I sistemi non comunicano, il Green pass non si genera: così inizia il calvario. Ne sa qualcosa Stefano, insegnante residente in Lombardia ma da settembre in Alto Adige per lavoro. In teoria in piena regola, in pratica, dal primo febbraio, un 'fuorilegge'.
Il 22 gennaio scorso si reca al centro vaccinale di Bolzano per la terza dose, ma per il database regionale il ciclo vaccinale, completato in Lombardia a luglio 2021, non esiste. “Al centro di Bolzano - spiega Stefano a ilGiornale.it - mi hanno detto che a loro non risultavano le altre due dosi. Questo perché i sistemi informatici delle varie regioni non comunicano tra loro. Mi hanno fatto ugualmente il vaccino e mi hanno rilasciato il certificato, dicendomi di contattare Regione Lombardia per farlo riconoscere”.
Da lì è iniziata un’infinita catena di telefonate. E di scaricabarile tra le varie strutture sanitarie. “Ho contattato Regione Lombardia - racconta Stefano - che mi ha rimandato al centro vaccinale di Lodi dove avevo fatto le prime due dosi e dove mi hanno riconosciuto la terza”.
Ma non è finita. Nonostante nel fascicolo sanitario ora risultino tutte tre le dosi del vaccino anti Covid, il Green pass non si è generato automaticamente. Il centro di Lodi manda Stefano all’Ats di Milano che dovrebbe avere un protocollo per scaricare il pass. Ats risponde che non sono loro che devono farlo, ma il centro vaccinale di Bolzano. Che però rinvia di nuovo a Regione Lombardia: un continuo rimpallo di responsabilità senza risolvere nulla, in cui a rimetterci è solo il cittadino che ha rispettato le regole. “Nonostante io abbia seguito tutto quello che mi hanno detto - denuncia l’insegnante lodigiano - ora senza Green pass non posso fare nulla, prigioniero in questa palude burocratica senza via d’uscita. Sto impazzendo”.
Non solo. Il pass per l’unica dose riconosciuta a Bolzano (in realtà la terza) si genera solo dopo 15 giorni quindi, di fatto, ora Stefano è un 'fuorilegge'. “Dal primo febbraio il mio vecchio Green pass è scaduto e io non posso andare al bar, in posta, non posso prendere un treno. Spesso ritornavo in treno a Milano, adesso non posso più. Per fortuna al lavoro, come mi è stato detto dal ministero della Salute, è bastato presentare il mio certificato vaccinale completo che dimostrava l’avvenuta terza dose. Ma per tutto il resto serve il Green pass che non mi è ancora arrivato, per cui non posso fare più niente”.
Anche l'ultima spiaggia per sbloccare la situazione salta per un cavillo burocratico. "Ho provato a contattare il mio medico di base che, accedendo al mio fascicolo tramite il Sistema informatico sanitario, forse sarebbe riuscito a scaricarmi il Green pass. Peccato che sia andato in pensione e quello che ho scelto ho scoperto, poi, essere in realtà sospeso dall'esercizio. Ora, però, per 30 giorni non posso cambiarlo: assurdo".
E Stefano non è l'unico. “Parlando con i miei colleghi, chiamando il ministero, le regioni, ho scoperto che ci sono tante persone in questa situazione. Io ho seguito esattamente tutte le indicazioni, ho fatto tutte tre le dosi ma è come se fossi un No Vax. E non c’è modo di uscirne". Al disagio del cortocircuito burocratico si aggiunge anche la beffa del rimpallo da parte delle varie strutture sanitarie. Che, consapevoli da tempo della falla tecnica, paiono però lavarsene le mani.
“Se avessi saputo - aggiunge Stefano - che il sistema informatico non è centralizzato e le varie regioni non comunicano tra loro, avrei fatto la terza dose direttamente in Lombardia e adesso avrei il pass. Invece, al centro di Bolzano prima mi hanno fatto il vaccino e poi mi hanno spiegato qual è il problema. Tutti lo sanno ma nessuno fa niente. È pazzesco.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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