Hong Kong, cosi il Vaticano ha trasferito i documenti segreti

Il Vaticano, prima che scoppiassero le proteste di Hong Kong, ha trasferito il suo "archivio segreto" nelle Filippine. Cina e Santa Sede sembrano essere più distanti

Hong Kong, cosi il Vaticano ha trasferito i documenti segreti

Il Vaticano, nonostante l'accordo provvisorio con la Cina - quello che ha di fatto sancito un passo avanti storico da un punto di vista diplomatico - , ha trasferito i documenti presenti nella nunziatura di Hong Kong nelle Filippine, per poi dirottare il materiale a Roma. La questione è balzata agli onori delle cronache, in specie dopo le rivelazioni che riguardano dei presunti "attacchi hacker" operati dalla Repubblica popolare cinese nei confronti dei server ascrivibili alla Santa Sede.

A rivelare il retroscena sui documenti trasferiti l'estate scorsa, dunque prima che le proteste di Hong Kong prendessero piede, è stato Massimo Franco, in questo articolo pubblicato su Il Corriere della Sera. Le questioni aperte sono molte. Innanzitutto, Vaticano e Cina sembravano, in funzione del patto stipulato due anni fa, aver trovato una sintonia geopolitica. La Cina ha smentito di aver attaccato i server papali.

La Santa Sede, dal canto suo, non ha però esitato a prevenire eventuali dispersioni del materiale "segreto" che era presente all'interno di un vero e proprio "archivio". Quello che il Vaticano aveva ad Hong Kong. Quali sono, dunque, i rapporti reali tra il "dragone" ed il Vaticano? Di cosa aveva timore la Santa Sede?

Papa Francesco, nel corso di questi anni, si è avvicinato alla Repubblica popolare. Dopo essere stato riconosciuto in qualità di autorità religiosa legittima, dopo aver istituito nuove diocesi ed aver creato nuovi vescovi, Bergoglio ora vorrebbe procedere con un viaggio ufficiale a Pechino, ma la pandemia rischia di compromettere anche l'accordo provvisorio per cui Cina e Vaticano si erano concessi due anni di verifica. La sensazione è che si voglia optare per un rinnovo, in attesa che tempi migliori consentano una verifica effettiva. Per quanto in queste ore, tra le mura leonine, circolino anche voci opposte. Quelle che parlerebbero di una "impossibilità" di procedere con un rinnovo dell'accordo. Si vedrà.

Il patto stipulato tra Cina e Vaticano - com'è noto - è contestato dal "fronte tradizinale", che vorrebbe che la Chiesa cattolica si opponesse a Xi Jinping. La mossa del Vaticano - quella di procedere, di soppiatto, con il trasferimento dei documenti - può in qualche modo squarciare il velo di Maya: i rapporti tra Santa Sede e Pechino potrebbero non essere così idilliaci. Altrimenti perché, in fondo, temere le conseguenze dell'intervento della Cina ad Hong Kong?

Come ha fatto notare pure la fonte sopracitata, papa Francesco, nel corso di questi mesi, ha plaudito alla Cina per la reazione alla crisi dovuta al nuovo coronavirus ed ha evitato di tuonare sulla situazione di Hong Kong.

Cosa che invece non ha evitato di fare il cardinale Joseph Zen, che è il più attivo tra gli ecclesiastici conservatori in quella zona di mondo. In fin dei conti, Zen non sembra essere l'unico ecclesiastico a non fidarsi del nuovo clima di concordia tra Repubblica popolare e Santa Sede.

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