I berretti rossi incrociano le braccia, per dire basta alle morti sul lavoro e alle condizioni di schiavitù, imposte dal caporalato.
La marcia è partita questa mattina alle 8.30, dall'ex ghetto di Rignano, nel Comune di San Severo ed è diretta a Foggia. Sono un centinaio i braccianti che partecipano alla manifestazione di protesta, indossando gli stessi cappellini rossi, che indossano ogni giorno per andare a raccogliere i pomodori nei campi soleggiati, "per la vergognosa paga di un euro al quintale". Il corteo è stato indetto a seguito degli incidenti del 4 agosto e del 7 agosto, che hanno causato la morte rispettivamente di 4 e 12 braccianti.
Alla marcia hanno aderito i principali sindacati e numerose associazioni, spiegando che "quanto accaduto è la conseguenza estrema e drammatica di una condizione che accomuna tutti i lavoratori in agricoltura della Capitanata. Per questo è il momento di dire basta a ogni forma di sfruttamento, di sottosalario. E' il momento di abbandonare la pratica del caporalato che oramai rende i lavoratori succubi di una normalità non più accettabile".
Un secondo corteo di protesta è in programma a Foggia per le 18 di questo pomeriggio: i berretti rossi partiranno dal piazzale della stazione, per dirigersi verso piazza Cesare Battisti, dove si svolgeranno gli interventi di chiusura della
manifestazione. Tra i manifestanti anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano, sottolineando che si tratta di una "battaglia di tutto il Paese, perché condizioni di sfruttamento si verificano in tutta Italia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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