L’Universo non è immobile e tutto ciò che lo compone, si tratti di stelle, pianeti, asteroidi e così via, non è statico e immutabile. La vita pulsante dello Spazio si vede anche dal movimento e dall’evoluzione dei corpi celesti. Una continua trasformazione in cui nulla è dato per sempre. Il ragionamento è intuitivo, ma spesso gli esseri umani non vi si soffermano, poiché alla fretta che oggi caratterizza l’esistenza quotidiana si contrappone una relativa lentezza nel movimento di alcuni degli elementi dell’Universo. Per esempio la Stella Polare che vediamo noi oggi non è la stessa che osservarono gli antichi Egizi e non sarà la stessa che vedranno i nostri discendenti tra migliaia di anni. Crediamo di avere in cielo dei “punti fissi” che fissi, in realtà, non sono affatto. Lo dimostra anche uno studio condotto dall’esperta di archeologia galattica della Nasa, Jessie Christiansen. La scienziata, come spiega l’Ansa, ha condotto una simulazione pubblicata su Twitter e che vede protagonisti i dinosauri.
Infatti, secondo questa ricerca, i dinosauri vissero su un lato della Via Lattea diverso da quello in cui viviamo noi oggi. Il Sistema Solare stesso doveva trovarsi in una posizione differente da quella attuale. La simulazione prende in considerazione e confronta 3 elementi: lo spostamento del Sistema Solare, la durata del “regno” dei dinosauri e il tempo trascorso dalla comparsa dell’uomo sulla Terra fino a oggi. L’astronoma dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Laura Magrini ha spiegato così l’animazione: “Il Sole impiega circa 230 milioni di anni a compiere un giro completo attorno al centro della Via Lattea, viaggiando a una velocità di circa 200 chilometri al secondo. Studiando la sua orbita e quella delle stelle vicine…è possibile capire in quale posizione si trovava la Terra in passato”. Il Sole ha attraversato anche i “bracci” della nostra Galassia, cioè Centauro e Perseo. A tal proposito l’astronoma commenta: “Sono zone di alta densità stellare, in corrispondenza delle quali il Sole e le stelle intorno rallentano e possono anche fermarsi, come delle macchine che in autostrada si mettono in coda dietro a un tir”.
Tutto questo, prosegue la studiosa, “può provocare anche collisioni e portare alla nascita di nuove stelle. Gli attraversamenti dei due bracci da parte de Sole sono avvenuti al termine del Giurassico e del Cretaceo, in concomitanza con grandi estinzioni di massa sulla Terra. Non c’è alcuna prova che esista un collegamento tra questi eventi, ma si tratta di una curiosa suggestione”. Il sito Fanpage riporta anche alcuni errori nel video della Christiansen. Purtroppo la studiosa non è riuscita a correggerli, poiché aveva già pubblicato il video su Twitter. Il tempo di rotazione del Sole non è 200 milioni di anni, come indicato, bensì tra i 230 e i 250 milioni di anni. Inoltre è stata associata l’immagine di un Plesiosauro ai dinosauri. Il Plesiosauro, però, è un rettile marino. Inoltre non dobbiamo dimenticare che il filmato è una semplificazione di “un’armonia di movimento” molto complessa.
Per esempio le stelle più interne alla Via Lattea si spostano più velocemente di quelle esterne. Secondo uno studio degli scienziati dello Space Telescope Institute tra circa 4,5 miliardi di anni la nostra galassia dovrebbe fondersi con quella di Andromeda.I have always been interested in galactic archaeology, but I don't think this is what they meant.
— Dr. Jessie Christiansen (@aussiastronomer) 28 agosto 2019
Did you know that dinosaurs lived on the other side of the Galaxy? pic.twitter.com/ngGCAu0fYU
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.