I "fannulloni" di Sanremo: "Facevamo altro perché ​c'era poco lavoro da fare"

Le giustificazioni dei furbetti di Sanremo. Nell'inchiesta spunta anche la colpa dell'ufficio sulla gestione dei registri e degli straordinari

I "fannulloni" di Sanremo: "Facevamo altro perché ​c'era poco lavoro da fare"

Nelle venti pagine del provvedimento che ha portato al licenziamento di uno dei 140 furbetti coivolti nella maxi inchiesta dell'amministrazione della Città dei Fiori si spiega nel dettaglio le contestazione del licenziamento e le incredibili gustificazione che hanno portato a disertare il lavoro.

Non troppi giri di parole, una sola giustificazione. Al Comune di Sanremo, i fannulloni non lavoravano, perché, come riporta La Repubblica: "Facevamo altro perché c'era poco da lavorare". Dai documenti della Commisione si legge: "Il coordinatore dei messi notificatori Mirco Norberti raccomandava ai dipendenti di non farsi trovare presso l'ufficio per non dare nell'occhio circa gli esigui carichi di lavoro". Non solo: "Alcuni di loro ripresi in occupazioni private hanno giustificato con lo scarso carico di lavoro il loro comportamento". Un dipendente addirittura rivela che "lo straordinario elettorale veniva utilizzato per prassi per attività ordinarie".

Non solo assenteismo, nelle indagini l'ufficio notifiche esce con le ossa rotte: "Si nutrono forti dubbi circa la corretta tenuta dei registri... lo straordinario è stato utilizzato in modo truffaldino e ingannatorio. Sono state inventate 'incombenze' relative alla consegna delle tessere elettorali... il numero da consegnare risulta limitato e tale da non giustificare lo svolgimento di ore di straordinario nella misura autorizzata".

La cattiva gestione dell'ufficio è spiegabile con un solo e clamoroso episodio: "Nella giornata festiva di Pasqua Castagna e Gianforte (altro licenziato) hanno timbrato ben 11 ore il primo e 10 il secondo di straordinario elettorale". Dopo la lunga trafila di atti giudiziari il provvedimento termina con alcuni punti che riassumono "l'intenzionalità dolosa del comportamento di Castagna di timbrare per altri e farsi timbrare il badge a sua volta".

"Invocare l'ignoranza della legge penale... è tesa a dimostrare l'ignoranza di un disvalore oggettivamente riconosciuto e riconoscibile come tale dalla generalità dei cittadini e a maggior ragione dai pubblici impiegati", ovvero il rifiuto a qualsiasi giustificazione legata all'ignoranza delle norme. Come se non bastasse, il segretario generale scrive: "anche a voler considerare il pubblico dipendente alla stregua del comune cittadino non possono essere dimenticati i servizi televisivi e di stampa dedicati al fenomeno dell'assenteismo precedenti e successivi all'entrata in vigore della legge Brunetta. Si ricordano trasmissioni di Striscia la notizia e Le iene".

Il documento conclude con un stoccata ai dirigenti del comune di Sanremo: "È ipotizzabile che l'adozione di una regolamentazione generale sull'orario di servizio sotto forma di direttiva generale da parte di ogni singolo dirigente avrebbe contribuito a ridurre le irregolarità sulle uscite di servizio e sulle omesse

timbrature". Nonostante i capitoli di questa fiction sull'assentismo siano già stati messi nero su bianco, manca ancora la parte dedicata la responsabilità dei dirigenti è il capitolo ancora da scrivere del caso Sanremo.

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