"Se nostro figlio ha sbagliato, ha sbagliato molto di più chi lo ha ucciso. Per questo vogliamo giustizia". Mark Gjoni e la moglie Marie difendono Gjergi, il ladro albanese che, entrato nella villetta di Vaprio d'Addda per svaligiarla, è stato freddato da Francesco Sicignano. Non una parola di scuse per il pensionato e la sua famiglia, che nel cuore della notte sono stati assaliti da una banda di albanesi, ma solo accuse per un colpo partito solo per legittima difesa.
Dopo gli inquirenti che hanno indagato il pensionato 65enne con l'accusa di "omicidio volontario", ci si mettono i parenti del ladro albanese che era entrato nella villetta di Vaprio d'Adda con intenti amichevoli. "C’è incredulità e rabbia - spiegano i genitori che si trovano in Albania - la rabbia di chi non capisce e vuole sapere. È umano, di fronte a una morte così". Adesso Mark Gjoni e la moglie Marie pretendono dall'Italia due cose: "potere riabbracciare nostro figlio" e "avere giustizia". Uno schiaffo a Sicignano e alla sua famiglia che sono le vere vittime di questo triste fatto di cronaca nera. "Ci affidiamo alle autorità italiane - dicono i coniugi Gjoni - siamo certi che i magistrati e i giudici sapranno dirci la verità su quanto è accaduto. Non abbiamo nessun sentimento di vendetta verso quell’uomo - aggiungono - Ma se ha sbagliato deve pagare".
Per il pensionato, che ha sparato e ucciso il loro figlio solo per leggitima difesa, non c'è spazio per una sola parola di scuse. Anzi. I genitori del ladruncolo replicano stizziti: "Sarà la sua coscienza a dirgli se può dormire tranquillo e non avere rimorso per aver ucciso un ragazzo.
Solo la sua coscienza gli dirà se può guardare in faccia figli e nipoti senza provare vergogna. La coscienza - aggiungono - parlerà in silenzio a questa persona. Gli dirà se è un uomo o un assassino".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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