Il Vaticano potrebbe presto dover fare i conti con un altro scandalo: la Civiltà Cattolica, la storica rivista dei gesuiti che ora è diretta da padre Antonio Spadaro (lo "spin doctor" di Jorge Mario Bergoglio), ha deciso, nel numero di agosto, di porre un accento marcato sugli "abusi di potere" che sarebbero perpetrati all'interno delle congregazioni femminili. Quelle cui appartengono le suore. Lo scandalo non riguarderebbe solo casi di abusi sessuali, ma anche delle vere e proprie "manipolazioni" psicologiche e dei "ricatti".
Viene dipinto un quadro complessivo, insomma, che non sarà sistematico, ma che di sicuro solleva nuove domande sull'esistenza di una "questione femminile" all'interno della Chiesa cattolica. La premessa dell'articolo della rivista - quella che è stata riportata dal Corriere - è piuttosto esemplificativa: "Un tema che non ha avuto finora sufficiente attenzione è l’abuso all’interno delle Congregazioni femminili. Esso non assume per lo più la forma della violenza sessuale e non riguarda minori; tuttavia non per questo risulta essere meno importante e gravido di conseguenze rilevanti. Dall’esperienza pastorale e dai colloqui avuti in proposito si tratta per lo più di abusi di potere e di coscienza", si legge su La Civiltà Cattolica.
Gli abusi sessuali, insomma, costituirebbero solo uno degli elementi del "collasso morale" che gli ambienti ecclesiastici sono chiamati ad affrontare. Nelle congregazioni maschili, certo, ma anche in relazione a quelle femmili, che spesso passano in secondo piano. Papa Francesco, in relazione alla "questione femminile", è spesso stato considerato progressista. Se non altro perché Bergoglio, ad esempio, ha nominato delle donne in ruoli apicali all'interno della Santa Sede. Ma qui non si tratta tanto di sdoganare la prassi degli incarichi per le donne, ma di evitare che vicissitudini negative interessino la vita religiosa delle suore.
All'interno della riflessione, che è firmata da padre Giovanni Crucci, vengono segnalate tutta una serie di scorrettezze e vessazioni che certa prassi porterebbe naturalmente con sé. Le madri superiori, in alcune circostanze, deciderebbero chi far studiare e chi no. Così come avrebbero una certa facilità di disporre attorno alle cure mediche, alla distribuzione degli abiti e ad altri aspetti della vita quotidiana di una suora: "Gli esempi riguardano purtroppo ogni aspetto della vita ordinaria: dall’abbigliamento alla possibilità di fare vacanza, avere una giornata di riposo o, più semplicemente, poter uscire per una passeggiata, tutto deve passare dalla decisione (o dal capriccio) della medesima persona", viene fatto presente.
Dal dramma di chi decide di abbandonare la vita da consacrata ad una specie di reclutamento dalle nazioni straniere: i problemi sono di carattere esistenziale, ma pure di natura gestionale. Viene fatto presente come le risorse, in alcune circostanze, possano essere mal distribuite, contribuendo a creare delle situazioni di povertà e delle discrepanze di trattamento all'interno dello stesso contesto ecclesiastico.
Le "accuse", per così dire, sono rivolte in specie nei confronti delle madri superiori.
Non si può ovviamente operare mediante generalizzazioni ma, stando a quanto segnalato da La Civiltà Cattolica, buona parte dei problemi dipenderebbero dai vertici delle piramidi delle congregazioni femminili. Vedremo se, nel corso delle prossime settimane, il Vaticano deciderà d'intervenire su questo che sembra potenzialmente un nuovo ed importante banco di prova per il contrasto al "collasso morale" dell'Ecclesia.
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