"I miei genitori...". Cosa ha raccontato il fratello di Saman

Il fratello di Saman Abbas sostiene che i genitori siano estranei al delitto. Intanto, emergono altri dettagli sul padre della 18enne che sembrerebbe vicino alla mafia pakistana

"I miei genitori...". Cosa ha raccontato il fratello di Saman

La scomparsa di Saman Abbas, sulla quale la Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, diventa più un giallo a tinte sempre più fosche. La chiave di volta del caso potrebbe essere nelle mani del fratello della 18enne pakistana che, ascoltato in audizione protetta, ha arricchito di dettagli la narrazione della macabra vicenda. A detta del 16enne i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, non avrebbero né pianificato il delitto né commissionato ad altri il presunto omicidio.

"Mamma e papà non fanno queste cose"

"Mamma e papà non hanno mai pensato di fare questa cosa". E' un fiume in piena il fratellino di Saman che, davanti ai pm emiliani, prova a mettere in fila i passaggi di una vicenda dai contorni ancora poco chiari e definiti. Così, mentre gli inquirenti avallano con fermezza l'ipotesi di una congiura familiare ai danni della 18enne, il ragazzo esclude la possibilità che i genitori possano essere stati coinvolti nell'ideazione del delitto lasciando ricadere le responsabilità su "altri parenti", scrive Tgcom.24. Verosimilmente si tratta dei due cugini di Saman e dello zio Danish Hasnain, ancora latitante: tutti e tre sono accusati di omicidio in concorso e occultamento di cadavere.

Il 16enne ha altresì dichiarato che la sera precedente alla scomparsa di Saman, si sarebbe tenuta una "riunione familiare" in casa Abbas, a Novellara, durante la quale sarebbero stati definiti i dettagli del piano delittuoso. Ora spetterà agli investigatori stabilire la veridicità della versione fornita dal ragazzino, ad oggi, ospite in una struttura protetta.

Le parole di Saman: "Torno in comunità ma non in Pakistan"

L'11 aprile scorso, Saman si era rivolta ai carabinieri di Novellara per denunciare nuovamente i genitori - una prima volta lo aveva fatto a novembre del 2020, quando era ancora minorenne - che le avevano sottratto i documenti personali. "Io sono rientrata in casa - mette a verbale la ragazza il 22 aprile - in quanto volevo entrare in possesso dei miei documenti". "Al mio arrivo i miei genitori non mi hanno picchiata, - continua -ma si sono arrabbiati rimproverandomi di tutto quello che avevo fatto nei mesi scorsi come scappare in Belgio e andare in comunità. Per quanto riguarda i miei documenti, io li ho visti nell'armadio di mio padre, chiusi a chiave".

E' stato accertato che i genitori di Saman intendessero dare la figlia in sposa al cugino in Pakistan, un'unione combinata a cui la giovane aveva opposto resistenza fino al giorno della scomparsa. "Mia madre e mio padre hanno parlato con i genitori di mio cugino - confida ancora la 18enne ai carabinieri -e hanno deciso che a giugno andremo in Pakistan per il matrimonio con lui".

"Padre di Saman legato a mafia pakistana"

Dai verbali dei militari dell'Arma emergono nuovi, inquietanti dettagli sui trascorsi personali di Shabbar Abbas, a quanto pare vicino agli ambienti della mafia pakistana. Nel corso di una telefonata, Saman aveva messo in guardia il fidanzato dal padre che, a suo dire, sarebbe stato responsabile dell'uccisione di alcune persone in Italia e in Pakistan.

"Ho molta paura perché è una persona pericolosa e ho paura anche per i miei genitori che sono in Pakistan. - racconta il ragazzo di Saman, Ayub Saqib, nell'interrogatorio del 5 maggio - Infatti Saman in alcune chiamate mi ha fatto chiaramente capire che suo padre ha già ucciso altre persone sia in Italia che in Pakistan".

"Chiesto ricorso all'Onu per prosguire le ricerche"

In attesa di nuovi risvolti sulla vicenda, il legale di Ayub Saqib ha dichiarato di aver presentato ricorso all'Onu affinché le ricerche della ragazza riprendano il prima possibile. "Ho presentato un ricorso urgente al comitato delle sparizioni forzate dell'Onu a Ginevra per chiedere che si continui a ricercare 'cum vita, ovvero a prescindere dalla fine della povera Saman, non soltanto in Italia, ma che le ricerche vengano estese con più attenzione anche negli altri Pesi europei dove lo zio e l'altro cugino ancora latitanti si sono mossi, ovvero in direzione Barcellona e Francia", ha dichiarato all'Agi l'avvocato Claudio Falletti.

La risposta arriverà tra 15 giorni: "Nella stessa richiesta - prosegue il legale -ho chiesto anche che venga

lasciato ai genitori di Ayub Saqib (il fidanzato, ndr) un salvacondotto per rientrare in Italia dal Pakistan, visto che sono stati oggetto di minacce da parte dei familiari di Saman, provate da un video e da denunce".

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