La Alan Kurdi verso la "quarantena" (davanti all'Italia)

Il ministero dei trasporti nelle scorse ore ha passato la gestione della presenza dei migranti a bordo della Alan Kurdi al diparimento immigrazione: si va verso una quarentena da far attuare all'interno della nave

La Alan Kurdi verso la "quarantena" (davanti all'Italia)

La gestione della vicenda relativa alla nave Alan Kurdi, è stata affidata al dipartimento immigrazione. A rivelarlo è stato, tramite un comunicato, il ministero dei trasporti e dunque il dicastero guidato da Paola De Micheli.

“Su richiesta del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli – si legge nella nota – il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, ha firmato stamani un provvedimento con il quale si nomina il Dipartimento delle libertà civili e per l'immigrazione soggetto attuatore dell'intervento di gestione sanitaria, con il supporto per l'assistenza della Croce Rossa per i 156 migranti presenti sulla nave Alan Kurdi in prossimità delle acque territoriali nazionali”.

La vicenda è relativa alla presenza della nave dell’Ong tedesca Sea Eye nelle vicinanze di Lampedusa, una circostanza quest’ultima che ha allarmato e non poco nelle scorse ore gli stessi abitanti dell’isola più grande delle Pelagie. Proprio sabato, un gruppo di imprenditori ha scritto una lettera al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nella quale si chiedeva di far evitare in ogni modo lo sbarco della Alan Kurdi a Lampedusa.

Questo perché, come sostenuto dagli stessi abitanti dell’isola e come fatto presente nei giorni precedenti dal sindaco Totò Martello, a Lampedusa non c’è spazio per far rispettare le quarantene a chi arriva. Ed inoltre, in caso di contagio da coronavirus la popolazione sarebbe esposta ad un’emergenza non gestibile con le strutture sanitarie dell’isola.

Dal canto suo, da Palermo il presidente Musumeci ha ribadito la proposta, lanciata già qualche giorno fa, di usare una nave da adibire a luogo in cui poter far trascorrere la quarantena ai migranti che arrivano. Il tutto perché, oltre alle persone presenti a bordo della nave Alan Kurdi, a Lampedusa si è posto il problema degli sbarchi avvenuti tramite barconi autonomi.

La situazione poi in Sicilia ha destato ancora più allarme quando, nella giornata di giovedì, un migrante è stato trovato positivo all’interno dell’hotspot di Pozzallo. Circostanze dunque che, ancor di più, hanno reso problematica la presenza della Alan Kurdi nei pressi delle nostre acque territoriali.

Per di più, come ha specificato il ministero dei trasporti, la nave ha rifiutato di seguire la procedura per l'accoglienza nel proprio paese di bandiera che è la Germania. Ecco quindi che adesso, con l’atto firmato nelle scorse ore dalla De Micheli, si procederà ad una diversa gestione dell’accoglienza dei migranti a bordo della Alan Kurdi. E questo in virtù, tra le altre cose, del provvedimento firmato nei giorni scorsi sempre dal ministero dei traporti, in coordinamento con quelli di esteri, sanità ed interno, con il quale i porti italiani sono stati dichiarati “non sicuri” per via dell’emergenza Covid-19.

Il dipartimento immigrazione dovrà adesso individuare una nave, con il supporto della Guardia Costiera, in cui ospitare i migranti per la quarantena: “Il tutto – si legge ancora nella nota del ministero – con il supporto della Croce Rossa e dei sistemi sanitari locali”.

Dunque, si va verso la soluzione paventata dallo stesso Musumeci, ossia mettere i migranti in quarantena a bordo di una nave. Da capire adesso cosa accadrà alla fine del periodo di isolamento previsto. Fonti del Viminale nelle scorse ore hanno parlato di contatti con il ministero dell'interno tedesco il quale, come si è appreso sempre dal dicastero guidato da Luciana Lamorgese, avrebbe manifestato "la concreta disponibilità ad una loro ricollocazione al termine del periodo di quarantena".

Occorrerà vedere quindi se tale disponibilità sia

propedeutica o meno ad un concreto aiuto al nostro Paese per evitare una nuova situazione di difficoltà in campo migratorio. L'unica cosa certa al momento è che, in questa fase, sarà l'Italia ad occuparsi da sola della vicenda.

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