L’Associazione musulmani di Bergamo si è aggiudicata all’asta la chiesa “Casa dei Frati”, precedentemente di proprietà degli ex Ospedali riuniti e messa in vendita dall'Asst Papa Giovanni XXIII, azienda sanitaria che fa capo alla regione Lombardia, per far quadrare i conti. La cifra finale di acquisto è di 452mila euro, una cifra importante raccolta all’associazione islamica con l'obiettivo di trasformare la chiesa in moschea.
Un "blitz" fermato dal presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, e dalla Lega che hanno esercitato il diritto di prelazione previsto dalla legge invalidando l'atto di compravendita.
Dall’agosto del 2015 la chiesa era stata concessa in uso alla comunità cristiano-ortodossa con tanto di lettera ufficiale del vescovo di Bergamo, Francescho Deschi, come illustrato da padre Gheorghe Velescu, che gestisce la comunità ortodossa presso la chiesa in questione: "Quando la comunità ortodossa entrò alla Casa dei Frati nel 2015, il vescovo di Bergamo emise una lettera ufficiale che concedeva il permesso agli ortodossi di usufruire del luogo di culto", racconta Velescu, "Lettera che fu inoltrata alla Regione. In questo caso invece? I musulmani volevano trasformare una chiesa in moschea senza necessitare di alcun permesso da parte della Diocesi?". Un aspetto di non poco conto. È quanto meno singolare infatti che i musulmani potessero potenzialmente acquistare e trasformare una chiesa consacrata in moschea, in totale tranquillità, quando per poterla far utilizzare a dei cristiani è servito il permesso scritto del vescovo.
Un ulteriore aspetto da considerare è inoltre legato alle piccole dimensioni della chiesa che, senza altare, misura 11 metri per 8. Considerando le dimensioni solitamente necessarie per una sala di preghiera islamica, risulta difficile immaginare come la comunità islamica potesse usufruire adeguatamente di tale struttura. Possibile che nella zona non ve ne fossero altre più capienti e magari anche più economiche? Inoltre Padre Velescu racconta poi che i rappresentanti dell’Associazione musulmana si sono presentati all’asta l’ultimo giorno, hanno consegnato la busta e se ne sono andati. Prima di quel giorno non si erano mai visti, eppure sembravano ben informati sulla questione.
Dal canto suo l’Associazione musulmani di Bergamo, contattata telefonicamente, ha rifiutato di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione.
"Ora i nostri fedeli si trovano improvvisamente senza un luogo di culto. Perché? Per colpa di chi?", sostiene Padre Velescu.
E non risulta ancora chiaro se la comunità ortodossa potrà entrare a far parte del progetto per utilizzo a fini culturali citato dallo stesso presidente Fontana in relazione al nuovo utilizzo che verrà fatto della chiesa "Casa dei Frati".
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