"Una galassia di persone refrattarie alla scienza. Ma i virologi siano cauti"

La divulgazione scientifica ai tempi del Covid e i no vax. I paradossi della cancel culture. Ma anche i pensieri sull'aldilà. Piero Angela senza filtri e con tanto da insegnare

"Una galassia di persone refrattarie alla scienza. Ma i virologi siano cauti"

La razionalità del divulgatore scientifico non l'abbandona mai. Nemmeno quando è a casa propria, lontano dalle telecamere. Piero Angela pronuncia ogni parola selezionandola con cura, con il tono pacato ma vivace di chi ha molte cose da raccontare. E sa perfettamente come farlo. "Bisogna essere molto precisi, soprattutto quando si parla di argomenti delicati", osserva il popolare giornalista, premurandosi del fatto che le sue affermazioni risultino chiare e non vengano fraintese. Dall'alto dei suoi 93 anni, il decano della divulgazione in tv ha uno sguardo attento su tutto ciò che lo circonda, dall'attualità ai temi sociali più dibattuti. Pure sulla sessualità e sui rapporti di coppia ha voce in capitolo, lui che da oltre 60 anni è sposato con la stessa donna, la sua amata Margherita. Ma la nostra conversazione non poteva che iniziare dall'argomento che più sta impegnando la comunità scientifica.

Ormai tutti dicono la loro sul Covid, ma chi fa divulgazione è sempre stato all'altezza del suo compito?

"Diciamo subito che per avere una certezza su qualsiasi scoperta scientifica, bisogna averla verificata con una serie di controlli. Il pubblico deve capire che un conto sono le cose accertate, sulle quali tutti sono d'accordo, ma quando si chiede di prevedere cosa accadrà per un determinato fenomeno nessuno è in grado di dirlo con sicurezza. Per cui si esprimono delle opinioni, che vanno però divise dai fatti. Quello che si sa, lo si può dimostrare in modo preciso, il resto sono soltanto ipotesi"

In tempi non sospetti, lei aveva anche parlato di "virologi oracoli". In che senso?

"Gli scienziati nei dibattiti sono spesso provocati dalle domande dei giornalisti. Ma bisogna far capire, appunto, che ci sono due livelli diversi: quello delle cose che si conoscono e quello delle cose ancora ignote. Molti scienziati giustamente dicono: 'Questo non lo so, però secondo me…'. Dovrebbe essere sempre così. A volte però capita anche che ci siano opinioni legittimamente diverse, che potranno essere validate o meno da quello che si scoprirà in seguito"

Ma in questo caso non si rischia di generare confusione nel pubblico meno attrezzato?

"Sì, capisco. Ma allora bisognerebbe evitare di chiedere agli esperti la loro opinione"

Cosa pensa di chi ancora oggi si dichiara no-vax?

"Quello è un universo fatto di personaggi diversi tra loro. Ci sono alcuni che semplicemente hanno paura del vaccino e non si lasciano convincere dai risultati scientifici. Questo credo sia il nucleo forte dei no-vax e penso che la loro sia una reazione simile a quella di chi ha paura dell'aereo: è un sentimento che prevale sulle dimostrazioni logiche. Poi ci sono anche persone che si riconoscono nei fenomeni paranormali, e nella mia attività in giro per il mondo ne ho conosciute diverse. Il problema è che questi individui si lasciano convincere specialmente sulla rete, dove circolano messaggi di tutti i tipi. Il trucco è che, sempre, questi messaggi vogliono far credere che ci sia qualcosa di nascosto da svelare. 'Non ve l’avevano detto…'. Infine ci sono persone che si infiltrano nelle manifestazioni solo per portare violenza. In Francia si chiamano casseur, guastatori".

A fronte di questo scenario, secondo lei, occorre l'obbligo vaccinale?

"Più che altro mi chiedo: se qualcuno non vuole essere vaccinato perché ha paura, si va con i carabinieri a imporglielo? Come si fa?"

Si paragona spesso la pandemia, con le conseguenti restrizioni, a una guerra. Lei la guerra l’ha vissuta davvero: si riconosce in questo accostamento?

"Quando si era in guerra le condizioni erano molto più dure. Io ho sofferto una fame che avrei persino mangiato i tavoli. Il coprifuoco era continuo, non si poteva uscire, e poi c'erano le bombe. I soldati erano al fronte, non si poteva ballare. Oggi per la pandemia ci sono delle cose limitate, però la situazione è completamente diversa"

Un altro tema attuale e altrettanto discusso è quello dei cambiamenti climatici. Siamo davvero in una fase di emergenza?

"Il discorso è complesso. Quello che emerge da tutte le conferenze sul tema, a cominciare dall'ultima di Glasgow, è che le cose si predicano ma si fanno solo in parte e molto lentamente. Molti si chiedono se ormai non sia già troppo tardi, perché in realtà non c'è una vera mobilitazione per attuare le cose proposte. La Cina stessa, poi, ha detto che continuerà a usare il carbone. Forse, invece di prevenirli, è ormai il caso di far fronte ai cambiamenti, che sarebbero comunque inevitabili"

Nella storia, quante altre volte il pianeta ha assistito a dei cambiamenti climatici?

"Ci sono stati diversi fenomeni naturali, veri e propri traumi dovuti anche ai vulcani o a ragioni astronomiche. La Terra ha attraversato periodi in cui il 90% delle specie viventi era scomparso. Ma l'uomo in quell'epoca non c'era ancora. L’uomo ha conosciuto glaciazioni molto leggere rispetto ad altre precedenti"

Come giudica il fenomeno della "cancel culture" e dei libri messi al bando in nome del politicamente corretto?

"Nella storia siamo stati tutti dominati e dominatori. A questo punto dovremmo tirare giù tutto, anche le statue degli antichi romani, degli imperatori, di Giulio Cesare… (ride, ndr). Queste cose non credo possano avere una grande estensione"

Si domanda mai cosa ci sarà nell'aldilà?

"Io ci sono vicino: ho 93 anni, quanto mi rimane? Ma ho avuto una vita molto gratificante, va bene così. La scienza però non cerca mai di rispondere a cose delle quali non si sa niente. Scienza e religione sono cose diverse, non bisogna mescolarle. Qui siamo nel campo dei pareri, delle convinzioni personali"

Ma quando si estinguerà il pianeta, possiamo immaginare che fine farà l'uomo?

"No, dipenderà troppo dalle circostanze. Per noi il problema è quello di vivere bene adesso, ma nessuno può prevedere con certezza quel tipo di futuro. Ci sono troppe variabili"

Ha dei rimpianti?

"No, in generale non ho mai lasciato cadere le opportunità che erano alla mia portata e raggiungibili con l'impegno. Le ho colte tutte. Ci sono persone che rinunciano per pigrizia o per mancanza di iniziativa. Ma questo no, io non l'ho mai fatto".

A proposito di opportunità: nei mesi scorsi l'ex aviatrice 83enne Wally Funk è andata in orbita per la prima volta. Se ci fosse l'occasione, lo farebbe anche lei?

"Io ho trascorso un anno negli Stati Uniti per seguire il progetto spaziale Apollo. A uno studioso chiesi se un giorno anche le persone comuni sarebbero potute andare nello spazio; alla sua risposta affermativa domandai se potevo iscrivermi. Già all’epoca mi ero messo in lista d’attesa! Ma era una cosa scherzosa, non succederà mai che mi chiamino. Però mi sarebbe piaciuto"

Intanto, su RaiPlay, si è dedicato a spiegare l’amore e il sesso soprattutto ai giovani. Pensa che ne abbiano bisogno?

"Questo programma aveva lo scopo di raccontare cosa la scienza ha scoperto sui vari aspetti dell'amore, psicologici e biologici. Altri aspetti importanti da affrontare erano il rapporto di coppia, perché oggi le coppie si disfano più facilmente, e come cercare il partner. Molte coppie oggi si sono formate su Internet, che è anche uno strumento per incontri usa e getta. Sono argomenti che riguardano in particolare i giovani"

La sessualità per molti è ancora un tabù. Diciamo che lei ha provato a superarlo…

"Le racconto un episodio spiritoso. Quando ho registrato in studio le 10 puntate, la donna delle pulizie che lavorava nello staff alla fine si è avvicinata a me e ha detto: la prossima volta, invece di andare dal ginecologo, vengo da lei. Aveva seguito tutto il programma"

Lei è sposato da 60 anni. Qual è il segreto di un rapporto così longevo?

"Il rispetto reciproco. Se uno inizia a insultare l'altro, finisce tutto. E poi la comprensione. Gli uomini spesso non ascoltano le donne e parlano in prima persona di sé. Le donne invece hanno bisogno di qualcuno che le ascolti. Quindi ascoltare e rispettare: questa è la formula"

Oggi però qualcuno vorrebbe negare che vi siano differenze strutturali tra uomo e donna. Si parla di fluidità di genere…

"La differenza è dovuta al fatto che la donna può fare figli e l'uomo no. Però la superiorità del maschio, che esiste in tutti i mammiferi e è data anche dal dimorfismo, dalla muscolatura più potente, oggi non ha più un valore. Oggi conta il cervello. Le donne in passato erano in una posizione succube, oggi hanno dimostrato di avere risultati migliori anche negli studi e giustamente ambiscono a entrare in carriera. Ma abbiamo anche un problema, che un po' il mio pallino: ormai non si fanno più figli. Questo è molto grave e porterà a una società completamente squilibrata, con conseguenze sociali ed economiche"

Lei di figli ne ha due. Che rapporto ha con Alberto? Di fatto, è già diventato il suo erede anche in tv…

"È stata una cosa casuale. Lui si era laureato in scienze naturali e non pensava di fare questo mestiere. Ma già da piccolo raccontava le sue cose molto bene, in modo efficace, convincente. Mentre lavorava su altro, la tv svizzera lo chiamò per una rubrica che si chiamava Albatros, che poi fu acquistata anche da Telemontecarlo. Solo successivamente iniziò a lavorare in Rai, sebbene io fossi dubbioso perché sapevo che qualcuno avrebbe parlato di nepotismo. Ma in realtà né lui né io siamo assunti in Rai. Siamo dei collaboratori e il nostro contratto viene rinnovato se i programmi vanno bene. Sennò, arrivederci e grazie"

Ogni tanto gli dà ancora dei consigli?

"Lui è molto bravo, credo che ormai non ne abbia bisogno"

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