Igor, la lettera dei figli di Verri: "Il colonnello dell'Arma ci chieda scusa"

La lettera dei figli di Valerio Verri al comandante dei Carabinieri di Ferrara sulla caccia a Igor: "Dovrebbe chiedere scusa"

Igor, la lettera dei figli di Verri: "Il colonnello dell'Arma ci chieda scusa"

Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, ancora non si trova. E dopo la notizia pubblicata nei giorni scorsi con le accuse della Questura contro i Carabinieri, "colpevoli" di non aver condiviso tutte le informazioni, ora cresce la polemica sul sistema messo in campo per catturare il killer di Budrio.

Le due vittime (il barista Davide Fabbri, ucciso lo scorso primo aprile durante un tentativo di rapina nel suo esercizio e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri, freddata nelle campagne del Mezzano) sono ancora senza giustizia. La famiglia del guardiacaccia non ci sta più. E ora mette sotto accusa il comando dell'Arma. In una lettera indirizzata al comandante dei carabinieri di Ferrara, il colonnello Andrea Desideri, infatti, i figli Francesca ed Emanuele Verri chiedono al militare di scusarsi.

Secondo i figli di Verri, il guardiacaccia sarebbe stato mandato di pattuglia nelle bassa emiliana nonostante i carabinieri fossero a conoscenza della presenza in zona del pericoloso assassino (che solo 7 giorni prima aveva ucciso Fabbri). Ieri, però, il comando provinciale dei carabinieri di Ferrara ha precisato che "si sono acquisiti elementi sulla possibile presenza di Norbert Feher alias Igor Vaclavic nelle valli del Mezzano, solo dopo i fatti delittuosi del tragico 8 aprile" (giorno dell'uccisione di Verri) e che "nessun dato investigativo, fino ad allora, faceva presagire la sua responsabilità penale per gli episodi delittuosi del 30 marzo e del 1 aprile, né la sua presenza nella zona".

"E' sicuro di ciò che dice? - si chiedono però i figli nella missiva indirizzata al comandante - Non crede sia meglio invece tacere e magari chiedere scusa? O chiedere scusa non è contemplato per un colonnello dei carabinieri, anche quando commette errori imperdonabili che sono costati la vita di una brava ed onesta persona che l'unico torto che ha avuto è stato quella di avere una grande passione per la sua terra e per l'ambiente?". E ancora: "Allora se lei non intende chiedere scusa, lo facciamo noi per lei. Chiediamo scusa a tutti i bravissimi carabinieri che lavorano sotto di lei ai quali va comunque la nostra riconoscenza, il nostro rispetto ed il nostro affetto. Chiediamo scusa per la situazione in cui ora si trovano e non certo per colpa nostra o di nostro padre. Non è d'accordo?"

Il testo è duro. Molto duro. Una vero e proprio atto di accusa.

"Noi siamo gente semplice, colonnello - concloudono i due giovani -, e siamo, non come lei, normali cittadini che non si sentono sopra alla legge. Lei non sa quanto ci sia costato guardare quel fascicolo, vedere la foto del corpo senza vita di nostro padre. La teniamo qui, colonnello. Continuiamo a leggere la sua nota: ma è sicuro di ciò che dice?"

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